LA CASA È NERA

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Domenica 20 Settembre DALLE 01:20

 

Khaneh siah ast - LA CASA È NERA

 

Regia, sceneggiatura, montaggio: Forough Farrokhzad; Iran, 1963; formato: 35mm, b/n; durata: 20'.

 

«La casa è nera, ma i lebbrosi che l'abitano ne escono verso la luce, e verso noi. Purtroppo non conosciamo il farsi, ma è la lingua che assieme al portoghese ci risuona nel cinema con la massima bellezza. E accostando il titolo originale di questo breve capolavoro 24 della grande poetessa iraniana Forugh Farrokhzad a quello del lungometraggio che due anni dopo interpreta per il suo compagno Ebrahim Golestan (Khesht va Ayeneh ovvero Mattone e specchio), altro capolavoro sublime, cogliamo oltre il senso un universo di richiami. In questo corto le voci fuori campo sono di Forugh e Ebrahim appunto, e lei dice con voce stupenda i suoi meravigliosi testi poetici, mentre gli "attori" sono i lebbrosi della "casa nera" (compagni di quelli dell'isola greca in L'ordre di Pollet), che nel finale escono verso di noi come gli operai di Lumière e di Comerio dalla fabbrica. Le poche cose che qui possiamo dirne bastano a evidenziare che ci troviamo di fronte alla massima bellezza del cinema. Infatti chi scrive ha incluso questo titolo nella top ten dei migliori film di tutti i tempi per il sondaggio 2012 di "Sight & Sound" (insieme a un altro film di cineasta femminile, Larisa Šepit'ko, e non certo per rispettare quote o correttezze). L'opera di Farrokhzad e Golestan, insieme a quella del di poco posteriore Sohrab Shahid Saless (morto esule in America dopo un periodo tedesco, mentre Golestan vive in Gran Bretagna, e Forugh muore in un incidente automobilistico nel 1967) segnala che il cinema iraniano esule in patria dell'era Pahlavi raggiunge vertici superiori ai pur grandi apolidi dell'Iran islamista (Naderi, Kiarostami, Makhmalbaf)».

 

Sergio M. Grmek Germani, «Film TV», 31 dicembre 2019

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