Programma e trame: martedì 17 pomeriggio

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dalle 14.30

Tutti i colori dell'amore, II. Eckhart Schmidt e la coazione della bellezza
alla presenza di/with Eckhart Schmidt e/and Marilina Marino 

VENERE. THE LONG GOODBYE 

Eckhart Schmidt, 2018, 40'

Regia, sceneggiatura, fotografia: Eckhart Schmidt; interpreti: Cecilia Saracino; produzione: Gorana Dragaš per RaphaelaFilm GmbH; formato: HD, col.; origine: Germania, 2018; durata: 40'. Copia Blu-ray da Raphaela-Film. 

«Venere viene al mondo per amare ed essere amata, ma scopre che l'amore non è un'opzione in un mondo interessato al denaro, allo shopping e al narcisismo. Il film è girato a Trieste, anche se la musica è la stessa in tutta il mondo. Ho cercato di catturare la bellezza di questa città».  

Eckhart Schmidt

 

alle 15:15

LIBERTÀ 

Eckhart Schmidt, 2019, 5'.

Regia, sceneggiatura, fotografia: Eckhart Schmidt; interpreti: Marilina Marino; produzione: Gorana Dragaš per RaphaelaFilm GmbH; formato: HD, col.; origine: Germania, 2019; durata: 5'. Copia DVD da Raphaela-Film.

«Ho scritto questo manifesto perché mi sembra che per quanto riguarda la libertà artistica stiamo tornando indietro di cinquant'anni. Oggi la mentalità borghese, comune alla sinistra come alla destra, combatte la nudità come se fosse il male assoluto, senza comprenderne la sacralità».

E. Schmidt

 


dalle 16.00

Castelli di sabbia, III. Ingoiare la luce
alla presenza di/with Hana Jusˇic ́

NE GLEDAJ MI U PIJAT (QUIT STARING AT MY PLATE) 

Hana Jusˇic ́ 2016, 105'. 

Regia, soggetto, sceneggiatura: Hana Jušić; Fotografia: Jana Plećaš; Montaggio: Jan Klemche; Musica: Hrvoje Nikšić; Interpreti: Mia Petričević, Nikša Butijer, Arijana Čulina, Zlatko Burić, Karla Brbić; Produzione: Kinorama (Zagabria), Beofilm (DK), Hrvatska Radiotelevizija HRT; Origine: Croazia/ Danimarca 2016; Formato: digitale, col.; durata: 105'. Copia DCP da New Europe Film Sales

La regista Hana Jusić (1983), laureata in cinema e regia televisiva presso l'Accademia di arte drammatica di Zagabria dopo aver compiuto gli studi in letteratura comparata e lingua e letteratura inglese. Attualmente frequenta studi post-laurea in letteratura e cinema. Fin dai suoi primi cortometraggi Hana Jušić si concentra sulle dinamiche all'interno della famiglia, il più piccolo nucleo sociale, fatto da persone che per definizione si vogliono bene, ma che spesso intimoriscono i propri cari. Sono famiglie comuni, in un'epoca di posttransizione in Croazia, risultato delle condizioni sociali ed economiche del periodo, dove gli uomini ormai servono a poco o a niente. Finita la guerra, i campi sono abbandonati e le fabbriche inesistenti. L'economia ruota attorno alle donne, che pensano a provvedere alla famiglia, ma la legge del pater familias non si affievolisce, il patriarcato è orgogliosamente protetto dalla tradizione. Il film ha vinto il premio FEDEORA per il miglior film europeo alla Mostra di Venezia. È girato a Sebenicco, città natale dell'autrice.

TRAMA:

La vita di Marijana routa intorno alla sua famiglia, che le piaccia o no. Vivono uno sopra all'altro in un piccolo appartamento, facendosi diventare matti l'uno con l'altro. Il padre ha un ictus e rimane costretto a letto, a questo punto Marijana prende il suo posto come capo tribù. Si ritrova presto ad avere due lavori per mantenere tutto a galla, mentre sua madre e suo fratello con disabilità fanno il meglio che possono per far naufragare la barca. Portata al limite, Marijana trova conforto nel sesso occasionale con sconosciuti; e questo assaggio di libertà la lascia con il desiderio di volerne di più. Ma adesso che ha finalmente trovato questa libertà, cosa se ne farà? 

«Sono cresciuta nella città di Sebenicco, con la sua miscela distintiva di grandiosità rinascimentale e decadenza postindustriale, in un ambiente molto simile a quello raffigurato nel film. Sebbene questo film sia lungi dall'essere la mia storia personale, tutti i personaggi sono vagamente basati sulla mia famiglia, i miei parenti e i vicini. Ho sempre sentito che le persone sono come piccole bestie: hanno bisogno di amore e vicinanza, ma spesso sono soffocanti e crudeli, specialmente con coloro che amano. E si comportano peggio di tutto nei confronti del resto del loro branco, che è, in termini umani, la loro famiglia».

Dalle note di regia

 

alle 17:50

MEZOSTAJUN

Ivan Ramljak, 2018, 19'.

Regia, sceneggiatura: Ivan Ramljak; Fotografia: Smiljka Guštak; Montaggio: Jelena Maksimović, Damir Čučić; Suono: Ivan Ramljak, Jakov Munižaba: Produzione: Restart; origine: Croazia 2018; Formato: 16mm, col.; durata: 19'. Copia digitale da Restart.

Il regista Ivan Ramljak (Zagreb 1974), critico cinematografico, giornalista, editore, regista, autore principalmente dei corti sperimentali e documentaristici, curatore in dipendente, ideatore del programma di cortometraggi "Short Tuesday" al Cine ma Tuškanac di Zagabria, organizzatore del primo Human Rights Film Festival a Zagabria. Pronipote dello sperimentalista croato Mihovil Pansini, torna a raccontare Alto Adriatico (Kino Otok; Brodovi i dalje ne pristaju...).

TRAMA:

Il film approfondisce i rapporti spazio-temporali di un paesino mediterraneo (Curzola), dove il ruolo degli spazi pubblici del paese nella vita delle persone varia notevolmente a seconda della stagione dell'anno. Elementi d'estate e inverno cinematograficamente si intrecciano e creano nella percezione degli spettatori un nuovo (inter)spazio esistenziale, una nuova stagione intermedia, appunto "mezostajun".

 

dalle 18.30

Premio Anno uno. Franco Piavoli, al primo soffio del cinema 

incontro-lezione con/masterclass with Franco Piavoli, con la partecipazione di/with Cecilia Ermini

 

AFFETTUOSA PRESENZA

Franco Piavoli, 2004, 65'. 

Regia, sceneggiatura, fotografia: Franco Piavoli; assistente alla regia: Neria Poli; montaggio: Mario Piavoli; voce: Mario Artioli; interpreti: Umberto Bellintani, Marino Bellintani, Alessandro Parronchi; produzione: Zefirofilm in collaborazione con Comitato Premio Bellintani e Comune di Mantova; origine: Italia, 2004; formato: DV, col.; durata: 65'. Copia digitale dall'autore.  

TRAMA:

Vita e opera del poeta Umberto Bellintani attraverso l'epistolario con il critico e storico d'arte Alessandro Parronchi. Le lettere lasciano trasparire la confidenza fraterna che unisce i due amici e la profonda sensibilità che ha ispirato i versi del poeta. Esaltando l'armonia delle due personalità il film fonde la bellezza della poesia verbale con quella delle immagini

«Il cinema di Franco Piavoli incontra la poesia di Umberto Bellintani e la sposa, innamorato, dopo un lungo corteggiamento. Nasce così Affettuosa presenza, frutto dell'armonia di due sensibilità artistiche estasiate dinnanzi allo spettacolo dell'uomo che, vivendo, ammira e affronta la natura. Piavoli, da sempre amante della polifonia, nel film lascia lo spazio a una voce solista, sostenuta dal contrappunto delle immagini che si alternano in un montaggio calibrato, attento a non rubare la scena ai sussurri del poeta...».

Paolo Fossati,

«Duellanti», maggio 2005

«Un mondo di silenzi e di contemplazioni, di voci lontane, di rumori attutiti, di nuvole e di nebbie e di piogge, ma anche di sole e di verde, e di luna e del grande fiume, e di insetti moribondi e di fiori in boccio. E in certi momenti l'immagine si fa commento puntuale ai versi di Umberto, o meglio: traduce e trasfigura in poesia visiva la poesia verbale: accompagna Umberto nel bosco, e con lui si fa albero tra gli alberi; o con lui reinventa il tragitto della grande luna tra le nubi, il prorompere del sereno...; e allora sembra perfino che sia la parola di Umberto a commentare le poeticissime immagini dell'amico Franco».

Giorgio Bernardi Perini,

3 dicembre 2004

 

 

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