Programma e trame: sabato 14 mattina
dalle 9.30
Premio Anno uno. Franco Piavoli, al primo soffio del cinema alla presenza di/with Franco Piavoli
LE STAGIONI
Franco Piavoli, 1961, 25'.
Regia, fotografia, montaggio, suono: Franco Piavoli; interpreti: non professionisti; origine: Italia, 1961; formato: 8mm, col.; durata: 25'. Copia digitale (da 8mm) dall'autore.
TRAMA:
Una giovane donna attraversa una campagna del Nord Italia nell'arco delle quattro stagioni. La cinepresa segue il suo percorso tra campi innevati, lo scioglimento del ghiaccio e la rinascita della natura, i lavori dei contadini durante l'estate, la caccia e le nebbie autunnali.
«Non piccolo merito dell'autore è stato quello di essere riuscito a trattare un tema tanto semplice ed abusato, come è quello del normale evolversi delle stagioni [...]. I bei toni cromatici della fotografia, accoppiati ad una fascinosa varietà di rumori ambientali, fanno del film un delicato poemetto sulla natura».
Leonardo Autera, I documentari,
«Cinema Ridotto», n. 7, luglio 1961
alle 10:00
DOMENICA SERA
Franco Piavoli, 1962, 12'.
Regia, sceneggiatura,fotografia, montaggio, suono: Franco Piavoli; interpreti: non professionisti; origine: Italia, 1962; formato: 8mm, col.; durata: 12'. Copia digitale (da 8mm) dall'autore.
TRAMA:
Gli incontri dei giovani di campagna in una pista da ballo all'aperto: le ragazze che arrivano in bicicletta; i giovani che si pettinano con estrema cura; quelli più intraprendenti che subito invitano a ballare sotto gli occhi invidiosi dei più timidi. Alla fine alcuni tornano a casa cantando, felici per una promessa, altri approfittano del buio per fare l'amore.
«Si riporta la motivazione del primo premio assoluto al XIII concorso nazionale del film d'amatore di Montecatini: Per l'acuta osservazione di alcuni aspetti di costume colti con intensa partecipazione poetica, che ha preso forma, tra l'altro, con un sensibilissimo uso del colore».
Assegnato ad un film in Ferrania-Color il trofeo FEDIC,
«Ferrania», settembre 1962
«La giuria ha scelto fra le opere presentate la più completa, la più affascinante, e bene ha fatto a non tener conto della circostanza che fosse stata realizzata nel più umile dei formati ridotti, quell'8mm che è quasi sempre riservato ai ricordi familiari».
Sergio Frosali,
«La Nazione», 9 luglio 1962
alle 10:15
EMIGRANTI
Franco Piavoli, 1963, 11'.
Regia, sceneggiatura,fotografia, montaggio, suono: Franco Piavoli; interpreti: non professionisti; origine: Italia, 1963; formato: 8mm, col.; durata: 11'.
Copia digitale (da 8mm) dall'autore.
TRAMA:
Gli emigranti dalla Calabria, con miseri bagagli, arrivano alla stazione di Milano per ripartire verso la Svizzera e altre destinazioni. I loro volti sono stanchi e smarriti. Un uomo si abbandona al sonno nella sala d'attesa.
«Piavoli, fra i cineamatori, significa linguaggio cinematografico di primo ordine, significa sensibilità, attenzione. Piavoli è il cineamatore che ha dato un calcio ai barocchismi, al paternalismo e alla melata ipocrisia».
Wladimiro Settimelli,
Umanità degli "Emigranti",
«L'Unità», 13 luglio 1963
«Un'adesione che si manifesta ora in aperture liriche, ora nelle contenute e misurate annotazioni relative all'indifferenza degli occasionali spettatori di quell'esodo, ora nel giudizio che scaturisce dallo squallore dell'intera sequenza finale».
Leonardo Autera, XIV Concorso Nazionale del Film d'amatore.
La riconferma di Franco Piavoli,
«Ferrania», settembre 1963
alle 10:30
EVASI
Franco Piavoli, 1964, 12'.
Regia, sceneggiatura,fotografia, montaggio, suono: Franco Piavoli; interpreti: non professionisti; origine: Italia, 1964; formato: 8mm, col.; durata: 12'. Copia digitale (da 8mm) dall'autore.
TRAMA:
Durante una partita di calcio sono inquadrati solo i volti dei tifosi: quasi tutti operai evasi dalle fabbriche nel giorno festivo. A un certo punto il fanatismo li pervade e si abbandonano a gesti disperati e selvaggi
«Piavoli è un solitario per costituzione e non per acquisizione, [...] al fatto sociologico si aggiunge quello narrativo e così l'opera acquista una complessità che non ha precedenti nel cinema d'amatore e che si innesta nell'indirizzo sociale del nostro cinema migliore».
Giorgio Trentin, Montecatini '64,
«Filmcritica», n. 146, giugno 1964
«Piavoli integra la ritmica suggestione delle immagini con una colonna sonora di altrettanto esemplare essenzialità, affidata esclusivamente a voci, grida, rumori che lievitano, contrappuntati da ampie zone di silenzio».
Giulio Cattivelli, Le due strade dei cineamatori, «Cinema Nuovo»,
n. 170, luglio-agosto 1964
alle 10:45
FESTA
Franco Piavoli, 2016, 40'.
Regia, sceneggiatura, fotografia: Franco Piavoli; suono: Francesco Liotard; montaggio: Mario Piavoli; interpreti: Jacopo Castellani, Cecilia Ermini, Carlo Malacchini, Primo Gaburri, Silvia Migliorati, Petra Veneziani, Fiammetta Alighieri, Oliva Andreoli, Roberta Brunelli, Giancarlo Zanoni; produzione: Mario Piavoli con Fondazione Cineteca Italiana; origine: Italia, 2016; formato: HD, col.; durata: 40'. Copia digitale dall'autore.
TRAMA:
Il parroco del villaggio, dopo aver celebrato il santo patrono, invita tutti a far festa. Le persone più anziane aprono le danze, gli artisti di strada incantano i passanti, i più giovani ballano o volano sulle giostre. Ma alcuni restano ai margini e sentono più forte il disagio e la solitudine.
«Non c'è nessun senso di cronaca in tutto ciò, solamente un lavoro di immaginari, un ritratto comportamentista al confine dei luoghi che ancora possono essere radice, quelli in cui la (auto)rappresentazione è quotidiana, e lo svelarsi è solo l'affermazione di un gran (piccolo) teatro del mondo. Tra la giovane ginnasta che volteggia nell'azzurro e l'anziano dallo sguardo assente che infilza gli spaghetti non esiste differenza qualitativa né tanto meno quantitativa dell'essere, solo l'esigenza di esistere e del mostrarsi, la possibilità di un incontro che squarci la solitudine interiore che ci appartiene. Perché come in tutte le feste c'è chi alla Festa non partecipa (l'uomo chiuso in casa) e chi non può partecipare (quello in carrozzella), che dal vetro di una finestra ne intuiscono lo scorrere, ne percepiscono l'eco sapendo che quella stessa festa probabilmente è la stessa, e nessuno si accorgerà se loro vi ha partecipato o meno, perché nessuno è veramente lì. Come in ogni festa, anche in questo film pare che l'attimo possa esistere solo nel momento dell'essere girato».
Erik Negro, «Cinelapsus»,
14 agosto 2016
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