Premio Announo
Divenuto cineasta ai margini della macchina del cinema italiano, per
la sola esigenza personale di guardare il mondo, Franco Piavoli si vi -
de riconoscere un ruolo sintomatico (seppur a contrario) dentro il
cinema italiano in una sorta di inchiesta in più parti (o puntate), intitolata
La macchina cinema, firmata da quattro autori tra cui i due
(Agosti e Bellocchio) che più sistematicamente avrebbero continuato
a sostenerlo. Era anche il periodo in cui Jean-Luc Godard scopriva un
cineasta contadino. E qualche anno prima era iniziata in Italia la
riscoperta di un cineasta del tutto ai margini della produzione commerciale,
Augusto Tretti. In entrambi i casi si trattò di cineasti lombardo-
veneti, contrapposti da qualche ammiratore al cinema divenuto
esclusivamente romano, quale non era stato né all’epoca del muto né
all’inizio del secondo dopoguerra.
Forse vi erano delle semplificazioni in queste attenzioni. Ci si dimenticava
sia di Luca Comerio che del ruolo mai irregimentato di Roberto
Rossellini.
Per Franco Piavoli, che non ha mai giocato su una propria immagine,
ma ha creduto a ogni film solo in quello che faceva, dare un premio
rievocante Rossellini come il nostro rappresenta forse un’attenzione
diversa dalle consuete.
Sia lui che Tretti sfuggono a categorizzazioni come professionista e
artigiano. Sono ciascuno un vero e proprio mondo.
Come nel caso di un altro Franco, Giraldi, che premiammo l’anno
scorso, si tratta di cineasti alieni a qualsiasi presunzione, e non alieni
invece al desiderio di rivolgersi veramente a un pubblico.
Sarebbe anche frettoloso dichiararlo un poeta, come sottintendendo
che invece il cinema è qualcos’altro. Anche se naturalmente Franco
Piavoli si è confrontato con la creazione poetica in senso stretto, da
Omero a Umberto Bellintani.
Altri l’hanno collegato di più alla musica, alla sinfonicità. Ma il suono
così essenziale dei suoi film non si conclude mai in una composizione,
consiste di un’apertura alle irruzioni della vita (non solo umana).
Franco Piavoli per noi è un magnifico enigma.
Associazione Anno uno
settembre 2019
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