IL SORRISO DEL GRANDE TENTATORE

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Roma, Cinema Trevi - Cineteca Nazionale

Ore 18.45

Un certo anno. 68 tra 67 e 69

Il sorriso del grande tentatore Damiano Damiani, 1973, 120'.

alla presenza di/with Sibilla, Cristina e Francesco Damiani, e dell'assistente/and the assistant director Enrique Bergier

 

La madre superiora di un convento esercita il potere nelle sue forme più viziose. E mentre lei distrugge le persone che le sono state affidate, lei stessa diventa la sua vittima mentre attinge a tutti i suoi poteri spirituali per cacciare il tentatore.


«Il sorriso del grande tentatore di Damiano Damiani ha tutta l'aria di essere nato come reazione ai richiami di Paolo VI all'esistenza del diavolo. Può anche darsi, naturalmente, che al regista o a qualche suo collaboratore l'idea di par- tenza sia balenata molto prima, ma quel che ne è venuto fuori sembra proprio fatto apposta per stare al gioco dell'astrazione dall'uomo e dalla storia, limitandosi a rovesciare le parti del be- ne e del male, con le iniziali maiuscole s'intende, che si combattono a livello metafisico. [...] Il sorriso del grande tentatore, che dovrebbe essere quello di- rompente del libero pensiero, finisce quindi col lasciare posto al sorriso trionfante di questa grande tentatrice, in cui si personifica la suggestione ipnotica e affascinante del dogma, dell' abbandono acritico ad una verità cristallizzata e acquietante, proprio nella misura in cui solleva l'individuo da un faticoso impegno di ricerca della verità. Senonché le due "tentazioni" vengono a porsi sullo stesso piano, ugualmente disincarnato dalla storia, dando luogo a un conflitto del tutto fittizio in cui misticismo e razionalismo finiscono coll'apparire, appunto, come due facce di una mede- sima astrazione. Non a caso il vescovo collaborazionista e quello filo-rivoluzionario, il prete-operaio e il teologo chiuso nelle sue elucubrazioni, si comportano allo stesso modo e appaiono accomunati nello stesso giudizio agli occhi del giornalista (e del regista) come se non avessero alle spalle esperienze radical- mente diverse. E non a caso si arriva a identificare il vero potere della chiesa in suor Geraldine, riducendo a superficiali caricature anticlericali i due prelati incaricati di indagare sul suo operato».

Sandro Zambetti, «Settegiorni», 10 febbraio 1974 

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