Fiamme sul mare
Mercoledì 23 settembre 2015, ore 22.30, Teatro Miela
Fiamme sul mare
di Michal Waszynski e Vittorio Cottafavi, 1947, 77'.
Dopo anni di equivoci e interrogativi, il mistero che circonda le tre regie italiane di Michał Waszyn´ski inizia finalmente a sciogliersi. Lo sconosciuto di San Marino, che si conferma senz'altro come il titolo più personale, ha ormai goduto di una prima rivalutazione fra i cinefili di stretta osservanza, che lo risarcisce almeno in parte dell'accoglienza disastrosa che censura e critica gli tributarono all'epoca. Come ci conferma la testimonianza dell'assistente Giorgio Capitani, Lo sconosciuto nacque da una co-regia fra Waszyn´ski e Cottafavi, che attraversarono insieme una lavorazione tutt'altro che facile, segnata da occasionali contrasti creativi, ma anche da interruzioni e problemi di budget. Resta invece ancora tutto da verificare il regime di (eventuale) collaborazione che legò i due registi per La grande strada e Fiamme sul mare. Il primo film, che utilizza ampie porzioni di materiali documentaristici precedentemente realizzati dal solo Waszyn´ski, è stato proiettato nell'edizione 2014 de I Mille Occhi, presentato da Sergio Toffetti nella copia ritrovata dall'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa. Benché i credits attribuiscano la regia al solo autore polacco, non sono poche le scene che sembrano prefigurare l'estetica cottafaviana, sia per quanto riguarda la rappresentazione della figura femminile che per il trattamento dello spazio. Ultimo ma non ultimo, arriva adesso il recupero di Fiamme sul mare, il frutto più anomalo e oscuro di questo tandem registico, pre-cottafaviano fin dal titolo. Anch'esso attribuito nei titoli al solo Waszyn´ski, è il tassello mancante che chiude la trilogia e rilancia, inevitabilmente, tutti gli interrogativi di partenza.
(Simone Starace)
Un capitano di lungo corso, che la guerra ha costretto all'inazione, costituisce con alcuni marinai una cooperativa. Inizia così i lavori per ripescare e rimettere in efficienza una nave da carico, sommersa nel porto. I lavori si protraggono oltre il previsto, ma la tenacia del capitano e la buona volontà dei suoi uomini vincono ogni ostacolo: la nave è pronta finalmente per il primo viaggio. Un armatore, invidioso del successo del capitano, fingendosi suo ammiratore, partecipa al viaggio insieme a sua figlia. Durante la traversata riesce, con la corruzione, ad acquistare dai componenti l'equipaggio le quote di proprietà, in modo da diventare il padrone della nave, che poi assicura per un forte importo, col proposito di farla affondare per intascare la somma assicurata.
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