Mobby Jackson

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Mercoledì 23 settembre 2015 ore 14.30, Teatro Miela

Mobby Jackson

di Renato Dall'Ara, 1960

 

Trama e giudizio dalla revisione cinematografica preventiva (6 maggio 1959): «Elementare e generoso, il marinaio Mobby Jackson è uno svagato giramondo che passa da un porto all'altro, da un imbarco all'altro e da un'avventura all'altra con l'estrosa disinvoltura di un acrobata, benvoluto dai compagni e prediletto dalle donne per la sua fondamentale innocenza e spontanea generosità. Ma un giorno in una calle sperduta, Mobby incontra una ragazza semiselvaggia, Esmeralda, che vive con un vecchio zio fissato nella ricerca di un ipotetico tesoro sottomarino, fatta oggetto della corte di un ammiratore sgradevole e petulante. Per sottrarla al suo ambiente, Mobby porta la ragazza con sé in città e, in un secondo tempo, se ne innamora e pensa di sposarla. Perdutosi dietro Esmeralda, Mobby però si trova per la prima volta senza imbarco e anche senza quattrini; deve perciò accettare l'offerta del capitano Flores - che è una specie di capo camorra locale - e imbarcarsi su una delle sue navi per compiere - a detta del capitano - "il giro del mondo". [...] La deliberata accentuazione nel racconto del tono di favola, la introduzione di alcune vivaci e colorite sequenze, come quella della "novillada" (libera corrida di tori giovani per le vie di una città) contribuiscono ugualmente ad elevare il livello del copione. [...] La figura del protagonista conserva invece le caratteristiche di eterogeneità già rilevate in prima lettura; né poteva essere altrimenti in quanto, evidentemente, una ispirazione polivalente ha presieduto alla nascita del personaggio. Mantenuto a mezz'aria fra la realtà e la favola, sceneggiato con evidente impegno e cura del particolare, il copione appare ispirato ad intenzioni assai ambiziose. [...] Il regista del film Renato Dall'Ara (autore anche del soggetto e co-autore della sceneggiatura) è autore del cortometraggio "a soggetto" Scano-Boa, vincitore del primo premio nel concorso FEDIC 1957, ed elogiato come una rivelazione dalla stampa (compreso un articolo di Alessandro Blasetti)».



«Sono nato a Brooklyn nel 1931, ma sono cresciuto a Roma, dove più tardi ho lavorato nel doppiaggio, prestando la mia voce per le versioni internazionali di film italiani. Ho studiato danza classica, lavorando poi sia a Hollywood che in Italia come stuntman. Con i miei ricordi su Mobby Jackson potrei riempire un libro intero. All'epoca avevo appena finito di girare un film in Israele, Pillar of Fire, e la mia agente era Annalena Limentani, affiliata della William Morris. Il regista, Renato Dall'Ara, fu talmente impressionato dalla mia preparazione che mi diede la parte di Mobby senza nemmeno farmi un provino. Abbiamo avuto un ottimo rapporto, sebbene il mio italiano non fosse perfetto. Iniziammo la lavorazione a Livorno, spostandoci poi a Milano per le riprese in studio. Le ambientazioni erano molto belle. Il mio contratto prevedeva cinque settimane di lavorazione, ma quando arrivammo a Livorno pioveva quasi ogni giorno, e in cinque settimane di riprese non riuscimmo a completare nemmeno il lavoro di una settimana. La produzione rinegoziò allora il mio contratto per altre cinque settimane, e ci spostammo infine a Milano. Presentai io alla produzione un ballerino con cui avevo già lavorato a New York, e fu assunto per interpretare uno dei ruoli secondari. Archie Savage invece spendeva ore e ore nel tentativo di farmi sembrare un completo idiota, ma devo dire che lo faceva sempre con affetto. Un paio di anni fa con mia grande sorpresa ho ricevuto una lettera dalla figlia di Lissia Kalenda, che mi ha raccontato un po' la vita di sua madre. Per lei Mobby Jackson era la prima esperienza cinematografica, e la vedevo molto presa dalla sua parte. Credo anche che allora avesse una relazione con il regista, ma non saprei dire con esattezza. Il film fu girato in italiano e non mi risulta che ne sia mai esistita una versione internazionale. In 55 anni non ho mai incontrato nessuno che l'avesse visto».

(Lawrence Montaigne)



Film d'esordio del regista Renato Dall'Ara: due marinai, Roland e Sancho, s'imbattono casualmente in uno scaricatore di porto che mostra di somigliare moltissimo a un loro vecchio compagno, Mobby Jackson, scomparso tre anni prima. L'uomo che i due hanno di fronte è poco più di un relitto umano e nega di chiamarsi con tale nome.

I due amici si lasciano andare ai ricordi e rievocano la storia del protagonista. Le disavventure di Mobby avevano avuto inizio in seguito ad una rissa: l'uomo aveva dovuto nascondersi in una barca per sfuggire alla polizia; addormentatosi, non si era accorto che il natante su cui si trovava stesse andando alla deriva. Al risveglio, Mobby si era trovato su di una piccola isola abitata da tre strani individui: un vecchio pazzo alla ricerca di un introvabile tesoro, una bella ragazza e un pingue uomo che faceva la corte alla donna. Il marinaio aveva convinto la giovane a fuggire con lui, ma, giunti al porto, l'amara scoperta: la sua nave era già partita...

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