Una ragazza d'estate (Uma Raparíga no Verão)
Martedì 22 settembre 2015, ore 20.45, Teatro Miela
Uma Raparíga no Verão
di Vítor Gonçalves, 1986
«È uno sguardo su una giovane donna in estate, sui suoi amori, e questo ricorda Splendore nell'erba di Kazan, per la stessa sensibilità e poetica, per lo stesso pudore e rigore. [...] Uma Raparíga no Verão è un film costruito con inquadrature molto brevi, registrate da una cinepresa quasi fissa. Se ogni inquadratura contiene in sé la possibilità di durare di più, tutto ci fa pensare che questa durata non sarà permessa. Come se attorno a essi (attorno alle inquadrature come attorno ai personaggi) ci fosse un'inesorabile fatalità. [...] Le immagini scorrono e non le afferriamo. Scorrono come la vita, di cui l'esistenza stessa è lo scorrere. Non è anche l'essenza del cinema?»
João Bénard da Costa in Roberto Turigliatto (a cura di), Amori di perdizione. Storie di cinema portoghese 1970-1999, Lindau, Torino, 1999
«Cieco, muto, compatto, duro, ostinatamente rigoroso, avvolto da una luce nera che si sottrae, Uma Raparíga no Verão è un "buco nero" nel firmamento del cinema portoghese. Misterioso, magistrale, opprimente, con esso si precipita nell'universo oscuro e senza parole dell'adolescenza, una notte forata da strani bagliori. Della famiglia dei grandi cineasti visionari del cinema muto, Vítor Gonçalves ne ha ereditato anche l'assoluta padronanza dei mezzi d'espressione: in lui, immagini, suoni, montaggio acquistano una evidenza palpabile, che credevamo scomparsa nel cinema moderno, perduto fra il "look" e la televisione».
Paulo Rocha in Roberto Turigliatto (a cura di), Amori di perdizione, cit.
«Opera d'arte commovente, rigorosa, il film di Vítor Gonçalves non è caduto fra noi come un meteorite, è piuttosto il risultato di una meditazione impressionata, ossessiva, sulla vita delle forme nel cinema. Opera di tempi e spazi prosciugati, modulati, essa scorre proprio come un filo d'acqua o una lacrima. Uma Rapariga no Verão è il primo film di Vítor Gonçalves, ma data la sua pienezza potrebbe essere l'ultimo. Grazie, amico della bellezza».
António Reis in Roberto Turigliatto (a cura di), Amori di perdizione, cit.
«Quando si filma, subentrano delle situazioni che possono capovolgere del tutto quello che si era pensato in fase di scrittura. Perciò rispetto alla sceneggiatura mi pongo in uno stato d'animo di completa apertura verso quello che potrebbe accadere in seguito. Il montaggio infine, richiede un'ulteriore capacità di farsi sorprendere. Bisogna cogliere nel materiale filmato ciò che non si è riusciti ad esprimere durante le riprese e cercare di dargli una forma, una nuova realtà. Il montaggio è come un lutto, ma in ogni lutto c'è un segno di vita, la possibilità di una rinascita. [...] A me interessa filmare lo spazio dell'occhio, il posizionamento dello sguardo, perché è in questa zona che lavorano il pensiero e la fantasia dello spettatore. Volevo che lo spazio della finzione diventasse subito movimento nel tempo di un pensiero e che lo spettatore vi lavorasse dall'interno. Uma Raparíga no Verão mette in scena delle relazioni mentali aperte in mille direzioni possibili».
Vítor Gonçalves in Lorenzo Esposito, Stati di mutamento. Conversazione con Vítor Gonçalves, «Filmcritica», n. 504, aprile 2000
Uma
Rapariga no Verão, punto di riferimento
e in vari modi simbolo per un'intera generazione di portoghesi, è
stato riscoperto solo decenni dopo la sua realizzazione. Si tratta
del primo lungometraggio del regista portoghese Vitor Gonçalves,
diventato, nel corso degli anni, una sorta di leggenda del cinema
come era stato precedentemente per i film brasiliani Limite
(1931) di Mario Peixoto, e Bang Bang (1971) di Andrea
Tonacci: i pochi privilegiati che all'epoca della sua prima
uscita avevano visto il film Uma
Rapariga no Verão
lo definirono a un capolavoro di raro valore.
Purtroppo, per il film non fu prevista nessuna uscita cinematografica
commerciale, quindi dopo il passaggio attraverso i festival di
Rotterdam e Berlino, il film rimase in un limbo indefinito. Nel 2014,
fu finalmente presentato nelle sale portoghesi riscattandolo e
ricompensando il valore del lavoro di Vítor Gonçalves.
Isabel,
la protagonista, interpretata da Isabel Gallardo, sembra
incarnare una generazione. Lei, ancora giovane, è pronta a rinnegare
l'immobilità e il patrimonio della sua famiglia pur di inseguire la
sua strada.
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