Laboratorio teatrale di Luca Ronconi
Martedì 22 settembre 2015, intorno alle ore 16.10, Teatro Miela
Laboratorio Teatrale di Luca Ronconi
di Miklós Jancsó, 1977
«Con tutti i suoi limiti, da un punto di vista teatrale Calderón mi sembrava un testo accattivante: per farne proprio ciò che Pasolini non avrebbe voluto, uno spettacolo teatrale. Mi ha stimolato anzitutto un elemento esterno al testo: al Laboratorio di Prato il Calderón era stato inserito nel programma come una variazione sul tema della Vita è sogno di Calderón de la Barca, quindi non soltanto per quello che l'autore si riprometteva di dire in Calderón, quanto per ciò che oggettivamente il testo esprime nel confronto con La vita è sogno e con La torre di Hoffmansthal. [...] Credo che Pasolini non pensasse alla rappresentazione dei suoi testi teatrali, quindi non c'è da stupirsi che essa non avvenga. Si leggono, e ottengono quella rispondenza che la poesia può avere, ma è possibile rappresentarli in casi molto anomali, come a Prato: se la sede non fosse stata quella del Laboratorio, ma quella di un normale rapporto fra gente di teatro e pubblico, difficilmente avrei messo in scena Calderón. [...] Mi interessa un'opera e non l'autore: questo al cinema, in teatro, davanti a un quadro, nella musica. Mi infastidisce la prevaricazione dell'autore. [...] Un autore teatrale deve far posto al pubblico; se invece ritiene che il pubblico sia una categoria spregevole a cui infliggere alcune sue opinioni, non fa teatro: ecco le ragioni dell'inerzia. Un autore che non stimola la capacità di intuito, fantasia o ribellione dello spettatore sproloquia. Quelli di Pasolini sono sproloqui - belli, interessanti, banali, convenzionali, retorici, emozionanti - e non commedie ».
Stefano Socci, Pasolini a teatro. Conversazione con Luca Ronconi, «Cinema e Cinema», n. 43, maggio-agosto 1985
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