La chiamavan Capinera...

Martedì 22 settembre 2015 ore 14.30, Teatro Miela

La chiamavan Capinera...

di Piero Regnoli, 1957

Il film nasce su commissione della società di distribuzione Filmar, gestita dai fratelli Maggi, che contribuiscono con un finanziamento di 27 milioni a un budget complessivo di 42 milioni. Nel contratto di distribuzione, oltre a riservarsi l'ultima parola sul casting, la Filmar elenca anche le canzoni che andranno incluse nella colonna sonora del film, tutte cantate da Gino Bechi: Primavera di baci, Madonna fiorentina, Serenata di don Giovanni, Capinera e Canzone nuova. Dopo una settimana di riprese il direttore della fotografia Sergio Pesce abbandona il set, esasperato dai ritmi di lavorazione insostenibili, e a sostituirlo interviene il collega Adalberto Albertini.

Dalla revisione cinematografica preventiva (16 marzo 1957): «Il lavoro, ispirato alla vecchia canzone Capinera, è la storia di una piccola mendicante orfana, che, raccolta ed ospitata nella ricca casa di un cantante, sembra avviarsi verso un destino felice. Ma le sue oscure origini la inducono, più tardi, a fuggire, allorché, innamoratasi del figlio del suo benefattore, sente di non poter compromettere l'avvenire della persona amata. Capinera, ritornata al suo primitivo mondo di miseria, muore col suo grande sogno incompiuto. Nella scia della canzone, anche la vicenda si sviluppa su di un piano romantico e sentimentale che, se non trova molta rispondenza nell'attuale clima realistico, fa rivivere però accenti di un'altra epoca, così diversa dalla presente. Similmente a Scampolo, anche questo personaggio di Capinera è al centro del racconto, che ha il merito precipuo di sensibilizzare e puntualizzare il gusto ed il costume di un'epoca. In questa armonica ricostruzione di toni risiedono le migliori possibilità del lavoro di discreta seppur modesta fattura».



Il celebre baritono Massimo Banti si trova ad accogliere nella propria casa una giovane cantastorie ambulante, soprannominata Capinera, dopo averla investita con la propria automobile. L'inaspettata ospite dalla triste esistenza vive nella casa dell'uomo momenti di serenità; questi, provando un sentimento di pietà nel confronti della fanciulla, decide di tenerla con sé. Capinera ha così modo di conoscere il figlio di Banti, Paolo, che vive sotto lo stesso tetto; e presto un dolce sentimento incomincia a farsi strada nei loro cuori.

 

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