La sconosciuta di San Marino

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Martedì 22 settembre 2015 ore 9.15, Teatro Miela

Lo sconosciuto di San Marino

di Michał Waszynski e Vittorio Cottafavi, 1948

 

I gioielli meglio nascosti del cinema italiano si riscoprono già dal mattino, alle ore 9.15, con la proiezione del drammatico Lo sconosciuto di San Marino (1948) di Michael Waszynski e Vittorio Cottafavi, interpretato - tra gli altri - da Anna Magnani e Vittorio De Sica, e inserito nel percorso del festival Fascino slavo. Gli apolidi della Titanus di Gustavo Lombardo, volto a ripercorrere la filmografia italiana dello scenografo russo Boris Bilinsky.


«Benché i titoli de Lo sconosciuto di San Marino lo indichino solo come sceneggiatore, Cottafavi partecipò come co-regista anche alle riprese vere e proprie, probabilmente in virtù delle sue passate collaborazioni con De Sica (qui interprete) e Zavattini (autore). Tutto ciò ovviamente non fa che complicare il quadro, rendendo assai approssimativa l'attribuzione dell'opera: se il soggetto appartiene chiaramente al lato fiabescospirituale di Zavattini (L'angelo e il diavolo, Miracolo a Milano), lo sviluppo propone temi cari anche a Cottafavi (soprattutto la santità); se anche Waszynski firma ufficialmente la regia, alcune soluzioni (la carrellata "scultorea" del prologo, le crisi femminili filmate secondo quella che più tardi Mourlet chiamerà "nozione di invasione") richiamano alla memoria momenti simili ne La rivolta dei gladiatori e Il boia di Lilla.[...] Il tema più interessante del film, come dicevamo, è infatti quello della santità, che si sposa però qui strettamente con la situazione morale del dopoguerra. Il personaggio misterioso (smaccatamente cristologico), che appare dal nulla e insegna nuovamente l'amore a un'umanità ormai abbrutita, recupera però assai drammaticamente nel finale la sua dimensione terrena e, fattosi soltanto uomo, deve tornare a far i conti col suo passato e le sue responsabilità morali: e i suoi "miracoli" varranno allora comunque o andranno riconsiderati alla luce della sua vera personalità? Sarà preferibile l'oblio (ma le scene del passato che ritorna sono tutte a contatto col crocifisso, come fossero illuminazioni celesti) o il peso delle proprie responsabilità (che nel finale conducono il protagonista alla morte e che, proprio per questo, il prete sente il dovere di nascondere alla folla di fedeli)? Come si vede, sono tutti interrogativi inquietanti su ciò che può essere la coscienza umana e sulla possibilità di una ricostruzione morale dopo l'orrore della guerra e dello sterminio. Certo il pubblico dell'immediato dopoguerra, lo stesso che aveva condannato Due lettere anonime di Mario Camerini e premiato La vita ricomincia di Mario Mattòli, non doveva esser pronto a un colloquio tanto spietato con la propria cattiva coscienza (men che mai, poi, se esso veniva pro posto sotto forma di spettacolo spesso spiazzante per i rapidi salti di registro), ma è singolarmente ingiusto che, a sessant'anni ormai di distanza, il film non abbia ancora riguadagnato la stima che senz'altro merita».

(SimoneStarace, 2007)



Pellicola restaurata nel 2009 nella Cineteca di Bologna, "Lo Sconosciuto di San Marino" è uno dei pochi film che tratta una tragica ed ignorata pagina della storia italiana: l'accoglienza in casa di numerosi sfollati da parte della popolazione sammarinese, durante il Secondo Conflitto Mondiale. La trama ha come protagonista un misterioso straniero, giunto insieme ai profughi che cercano rifugio nella Repubblica. E' lacero e macilento; non ricorda nulla del suo passato. Con il suo carattere mite e gentile, lo sconosciuto conquista ben presto le simpatie degli abitanti. Il suo aiuto si rivela prezioso: per Leo (interpretato da Vittorio De Sica), ateo benestante in continuo conflitto con la religiosa moglie; e per una giovane prostituta (Anna Magnani), malvista e bistrattata dall'intera popolazione. E' durante una processione che la memoria dello straniero riemerge all'improvviso...





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