Il mestiere delle armi

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Domenica 20 settembre 2015 ore 20.45 Teatro Miela

IL MESTIERE DELLE ARMI

Regia, sceneggiatura: Ermanno Olmi, 2001

«Giovanni delle Bande Nere non era un feroce tagliatore di teste o un guerrafondaio, ma solo un comandante severissimo che faceva il cosiddetto "mestiere delle armi". Svolgeva un servizio e, del resto, la sua corrispondenza fa vedere come lui avesse un forte senso degli affetti, della famiglia, degli amori. [...] Giovanni, man mano che cresce di grado, assume delle responsabilità con una qualità di comandante e di uomo stra- ordinaria. E questa qualità lo conduce alla morte. In quei quattro giorni di agonia chiama attorno al suo letto tutti gli interlocutori con i quali aveva lasciato un discorso aperto. Risponde a quelle domande che in vita rinviamo sempre. Non è per niente un eroe ambiguo: mi sono innamorato di Giovanni perché muore come ha vissuto, con autorevolezza e lealtà. E così come ha capito che per fare il comandante doveva essere autorevole, nello stesso modo ha intuito che attraverso la morte anziché farsi grande doveva farsi piccolo. [...] La mia intenzione era quella di rievocare il passato, ma non di ricostruirlo. Volevo evocarlo attraverso un percorso dell'anima [...]. La ragione di questa rievocazione sta nella coincidenza di certe realtà del passato con certe realtà del presente. Questo è evidente nell'ultima battuta-didascalia, quando il palafreniere dice che i comandanti e i principi dopo la morte di Giovanni si auspicano che mai più venga usata contro l'uomo la potente arma da fuoco. Basta questa battuta per indurci a indagare su quel passato, per capire perché oggi l'uomo spari più che mai».

Ermanno Olmi, Lasciate che la realtà vi parli, «Film Maker's Magazine», n. 6, luglio-agosto 2001 

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