Conferenza stampa

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Il direttore Segio M. Germani ha presentato il programma completo dell'edizione 2014 di I Mille occhi nel corso della conferenza stampa alla libreria Ubik di Trieste. Gradite presenze il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini e la Presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat. Il sindaco si è detto felice di come il nuovo meccanismo di selezione qualitativa per l'erogazione dei contributi abbia immediatamente premiato il festival dimostrandone il grande rilievo culturale. Una riforma che "sta dando grandi soddisfazioni in campo culturale e allo sviluppo economico e turistico della città" ha commentato, rinnovando gli auguri al successo all'edizione 2014 di I Mille occhi. Anche la Presidente Poropat, ricordando come storicamente abbia sempre sostenuto il Premio Anno uno, ha ribadito il supporto della Provincia ai Mille occhi che "grazie all'accostamento di mostri sacri e avanguardie del cinema, rappresenta una preziosa occasione di confronto sulle criticità della nostra epoca, con uno sguardo particolare al ruolo della donna nella società". Il critico cinematografico Olaf Möller, da anni uno dei principali collaboratori dei Mille occhi, ha sottolineato il suo orgoglio nel contribuire alla realizzazione del festival, che considera una delle manifestazioni più riuscite e importanti del panorama europeo giacché, attraverso una ricerca artistica di carattere rosselliniano, cerca di "porre delle domande e creare idee nella testa delle persone".

Numerosi sono gli itinerari che andranno a incrociarsi nelle cinque giornate di I Mille occhi, un festival che, dalle parole del suo direttore, conferma la volontà di non accettare i limiti di quanto è già noto ma che propone un programma in cui il gusto della riscoperta s'intreccia con il piacere della visione, sempre invitando il suo pubblico a confrontarsi con il cinema di ogni tempo e luogo con la curiosità tipica del viaggio e con libertà di sguardo.

Un'edizione questa del 2014 sempre caratterizzata da proiezioni da mattina a notte ma anche da tante presenze fisiche, da incontri con registi e critici e performance teatrali e multimediali. "I Mille occhi si sono da tempo precisati nel rapporto tra cinema e arti e riteniamo di intendere questo rapporto come qualcosa che già appartiene al cinema, non certo come un rapporto mimetico o di subordinazione culturale" afferma Germani nella sua introduzione al catalogo del festival. E questo scambio tra cinema e universo delle arti lo si ritrova non solo nella personale dedicata a Raffaele Andreassi, noto per la sua vasta produzione di documentari a soggetto artistico e meritevole d'essere riscoperto anche nei suoi sorprendenti lungometraggi ma anche in altre intense proposte del festival. Tra queste Deborah de Robertis, l'artista lussemburghese che di recente ha creato scandalo con l'azione in cui ha riproposto dal vivo la sua versione del dipinto di Gustave Courbet L'origine du Monde davanti al quadro originale appena prima di venire fermata dalla polizia al Musée d'Orsay. Nella serata di lunedì 15 l'artista sarà ospite del festival e il video della performance, censurato dal web, verrà proiettato in anteprima assoluta su schermo. Uno stretto dialogo tra cinema e teatro caratterizza ulteriori tre anteprime assolute proposte dai Mille occhi: la proiezione di Lucio, spettacolo omaggio di Franco Maresco all'attore e drammaturgo Franco Scaldati, la personale della poetessa Giannina Angioletti curata e inscenata dalla figlia Alessandra Vanzi e da Patrizia Bettini e la proiezione di Urla mute della stessa Vanzi, attrice e regista teatrale che con questo video riflette e interpreta alcune emblematiche ferite femminili. L'attenzione all'immaginario femminile, da sempre al centro dei Mille occhi, è evidente sin nella scelta, ormai più che decennale, di proporre per ciascuna delle sue edizioni un'icona della storia del cinema, senza limiti d'epoche o nazionalità. Scelta che quest'anno si carica di una doppia presenza ideale: quella di Marina Berti, immortalata nella cartolina del festival e di Yvonne Sanson, interprete della celeberrima serie di mélo di Matarazzo. Altri sguardi femminili dei mille occhi sono quelli della sarda Claudia Marelli, fresca esordiente con l'intimo Emmaus e ospite nel corso delle giornate, e quello che identifica uno dei percorsi più attesi del festival: la proposta di due film-manifesto del videoattivismo femminista italiano, Aggettivo donna e I fantasmi del fallo. Verranno omaggiate anche due dive triestine: Ketty Burba, Miss Trieste '51 e attrice nel perduto Ombre su Trieste, che verrà ricostruito alla presenza dell'attrice, e Laura Solari a cui il festival tributerà idealmente le proiezioni di Romolo e Remo di Corbucci e del raro melodramma Ridi, pagliaccio! di Camillo Mastrocinque. Quest'ultimo film così come i sopracitati melodrammi di Matarazzo si inseriscono nell'omaggio alla casa di produzione Titanus iniziato a Locarno, dove la sezione curata dal direttore Germani e da Roberto Turigliatto stata premiata dalla critica indipendente.

Tra le esclusive più attese, vi saranno anche i due corti ritrovati di Michelangelo Antonioni, Il giornale conteso e Notizie per tutti, assenti da tutte le filmografie e le storie del cinema e acquisiti da Sergio M. Germani per La Cineteca del Friuli: verranno presentati in anteprima mondiale da enrico ghezzi nella serata di sabato 13 settembre. I Mille occhi propongono ulteriori percorsi di riscoperta cinematografica attraverso il percorso Ti ritroverò. Trieste cuore di tenebra sui film girati nel capoluogo giuliano negli anni conclusivi del Territorio libero di Trieste (1951-1954). Cinque le pellicole che verranno proiettati al festival: Trieste mia!, Clandestino a Trieste, Inganno, Trieste cantico d'amore e La campana di San Giusto.

Da segnalare anche la rassegna "Massa e potere. La distanza del cinema dall'inutile strage", su come il cinema abbia diversamente intercettato la Prima Guerra Mondiale.

Il Premio Anno Uno 2014 a un cineasta del nostro tempo va a Tariq Teguia, per il suo terzo e ultimo lungometraggio, Thwara Zanj. Il film verrà proiettato nella serata conclusiva del festival alla presenza dell'autore.

 

Il festival, diretto da Sergio M. Germani con la collaborazione preziosa di critici e ricercatori, italiani e internazionali, è un appuntamento di richiamo per appassionati, studiosi e cinefili d'ogni sorta, dove è possibile ritrovare copie uniche di film a lungo considerati perduti al fianco dei fermenti meno catalogabili del cinema d'oggi.

"Ci sembra" afferma il direttore Germani "che il programma di quest'anno espliciti più che mai come non vi sia distanza tra le epoche del cinema, esse sono compresenti nelle visioni di oggi e il festival si rende luogo di questo riapparire".

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