IMPASSE DU CINEMA

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Presentazione del libro "Marc Scialom. Impasse du cinéma". Lunedì 19 novembre alla Casa del Cinema a Villa Borghese a Roma: alle 17.00 proiezione del film "Lettre à la prison"; alle 18.30 incontro con l'autore e presentazione volume, intervengono: Giulio Ferroni,Jean-François Neplaz, Roberto Silvestri, Silvia Tarquini

Dalla quarta di copertina:

Marc Scialom, ebreo di origini italiane, toscane, poi naturalizzato francese, nasce a Tunisi. È regista, scrittore, traduttore. Dopo le persecuzioni naziste nel ‘43 in Tunisia, le ripercussioni sugli Italiani, associati al fascismo, nel periodo dell' "epurazione", e la strage di Biserta(1961) - sconfinamento della guerra franco-algerina che Scialom denuncia nel corto "La parole perdue" (1969) -, lascia la Tunisia per la Francia.

La sua vita si intreccia, "mancandola", con la storia del cinema: a Parigi il lungometraggio "Lettre à la prison" (1969-70), realizzato senza un produttore e quasi "clandestinamente", non viene capito dai suoi amici cineasti, tra cui Chris Marker. Si tratta di un'opera poetica sulla perdita di identità culturale e personale di un esule arabo, ed è girato tra Tunisi, Marsiglia e Parigi. Deluso, Scialom chiude il film in un cassetto.

Torna allo studio della lingua e della letteratura italiane. Insegna all'Università di Saint-Etienne. Traduce la "Divina Commedia" (Le Livre de Poche, 1996). Di Dante, sentito come "l'esule per eccellenza", si era già occupato con il cortometraggio "Exils" (1966), lavoro poi sempre rinnegato, anche dopo la vittoria del Leone d'argento alla Mostra di Venezia del '72.

Dopo il ritrovamento di "Lettre à la prison" grazie alla figlia Chloé, il restauro e la presentazione nel 2008 al Festival International du Documentaire di Marsiglia dove ottiene la Mention spéciale du Groupement National des Cinémas de Recherche, Marc Scialom realizza "Nuit sur la mer" (2012), riflessione sulla morte, e sull'utopia di un mondo senza frontiere. Per questo film, e per l'insieme della sua opera, riceve nel 2012 il premio Anno Uno dal Festival I Milleocchi di Trieste.

«A tutti quelli che lavorano ostinatamente nell'ombra, ai cineasti marginali, dilettanti, atipici, che so esplodere di una passione umiliata e brulicano di mille folgorazioni, tali da far impallidire il cinema e la televisione ufficiali, a tutti coloro che la "professione", con superbia, ignora, io dedico Lettre à la prison e la sua avventura».

Marc Scialom

Mila Lazic, drammaturga, dopo il periodo jugoslavo legato al cinema e al teatro, realizza e cura eventi culturali in Italia, prevalentemente legati al territorio ex jugoslavo e balcanico. È fondatrice e coordinatrice dell'Associazione culturale Anno uno e del Festival internazionale del cinema e delle arti I Milleocchi di Trieste, e ideatrice del progetto Cinema con i giovani. Con Comunicarte edizioni ha curato i volumi Mare inquieto di Helena Klakočar (2010) e Ivo Andrić, scrittore e diplomatico europeo / evropski pisac i diplomata (2012).

Silvia Tarquini si occupa di cinema, video, teatro di ricerca, arti visive. Ha curato i volumi L'inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada, Centro Sperimentale di Cinematografia, 2009; La luce come pensiero, Editoria & Spettacolo, 2010; Fabrizio Crisafulli. Un teatro dell'essere, Editoria & Spettacolo, 2010. Autrice di numerosi saggi in volume (tra cui scritti su Wim Wenders, Cesare Zavattini, Valerio Zurlini, Toni Servillo), ha collaborato con riviste quali «Bianco & Nero», «Arte e critica», «La Furia Umana». È direttrice editoriale Artdigiland.

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