Alberto Lattuada, viaggio nel corpo
Per una rilettura in progress nella retrospettiva del Locarno Film Festival
Alberto Lattuada, cineasta cui non si sono mai lesinati elogi, va oggi riscoperto più che mai. Sergio M. Grmek Germani prova a seguire alcuni percorsi particolarmente appassionanti nella sua opera, incrociando il primo e l'ultimo film, la sua eterna fanciullezza con la sua forza di maestro dei giovani di ogni generazione.
Proiezioni:
Giacomo l'idealista (1943) di Alberto Lattuada, con Marina Berti, da Emilio De Marchi
Ugo di noi: un programma parassitario nella grande abbuffata
Per i 100 anni della nascita dell'attore cremonese, s'insinua all'interno del programma generale un imprevisto programma Tognazzi, tra l'omaggio a Vanoni e quello a Lattuada.
Proiezioni:
I viaggiatori della sera di Ugo Tognazzi (1979; 130'). Per gentile concessione di Medusa
Venga a prendere il caffè da noi di Alberto Lattuada (1970; 95').
I Mille Occhi celebra, in questa edizione fuori norma, l'editrice, regista e animatrice culturale, Elisabetta Sgarbi attribuendole il premio Anno Uno speciale per l'infaticabile lavoro culturale nell'ambito dell'editoria, anche cinematografica.
Della sua La nave di Teseo verranno presentati tre volumi:
L'acquario di quello che manca di enrico ghezzi, alla presenza di Aura Ghezzi in dialogo con Alberto Pezzotta, e accompagnato da materiali d'archivio.
Walt Disney - Prima stella a sinistra di Mariuccia Ciotta, alla presenza dell'autrice e con un programma disneyano a cura di Simone Starace che comprenderà:
Alice Rattled By Rats (1925, 7') di Walt Disney
Alice Gets Stung (1925, 8') di Walt Disney
Alice's Orphan (1926, 7') di Walt Disney
Alice's Circus Daze (1927, 7') di Walt Disney
L'Italia di Dante - Viaggio nel Paese della «Commedia», alla presenza del professor Giulio Ferroni, in apertura della proiezione di Totò all'inferno di Camillo Mastroncinque
Danièle Huillet (1936-2006) e Jean-Marie Straub (1933) sono un assioma del Modernismo: tutta l'arte del dopoguerra è impensabile senza il cinema di questa coppia di registi che tra il 1961 e il 2008 ha co-firmato esattamente trenta opere, di cui due sono state proiettate solo dopo la morte di Huillet, nel 2006. Straub, poi, ha proseguito da solo, ma non in solitaria: con lui collaboratori-amici, come Barbara Ulrich, Renato Berta, Christoph Clavert... Con il loro classicismo radicale diventato il punto più avanzato di tutte le avanguardie, Huillet & Straub sono sempre stati cari a I Mille Occhi, come un simbolo di tutto ciò in cui il festival non smette di credere. Per offrire un'idea della vastità e dell'abbondanza della loro ispirazione, abbiamo deciso di programmare, per questo tributo in occasione del Premio Anno, una parte della loro produzione di cortometraggi, le cui fonti vanno da Heinrich Böll a Maurice Barrès, da Arnold Schönberg a sconosciuti graffitari, da Bertolt Brecht a Elio Vittorini e di nuovo a Brecht ... Guardare Huillet e Straub farà risplendere di nuovo il verde della terra per te, poiché ognuno dei loro film permette di vedere la vita in una luce mai vista prima.
Dopo le problematiche legate alla pandemia di Covid-19, torna a Trieste I MILLE OCCHI, dal 22 al 26 marzo 2022. Un'edizione, questa XX, primaverile e straordinaria, troppo presto troppo tardi, che recupera il vuoto dell'anno passato e anticipa un ritorno alla normalità, quello della XXI edizione, che si terrà a settembre di quest'anno. Due le sedi dell'evento: il 22 e il 23 marzo il Cinema Ariston, il 24, 25 e 26 il Teatro Miela.
Dirigono, o meglio: mettono in scena, quest'edizione, presieduta e animata come sempre dal fondatore Sergio M. Grmek Germani, il critico cinematografico e programmatore tedesco Olaf Möller e il critico e direttore del settimanale Film Tv Giulio Sangiorgio. Una direzione che si pone in continuità con lo spirito di ricerca e svelamento dei segreti d'archivio del cinema passato, aprendosi a una dimensione maggiormente internazionale e al lavoro di sperimentazione di cineasti del presente e del futuro. Alle due figure di direttori artistici si aggiunge, in qualità di direttore organizzativo, Simone Starace.
Nei cinque giorni, un programma denso e ricco, colmo di intrecci, con tanti punti di fuga prospettica.
Riprendiamo dall'odierno numero de Il Piccolo ringraziando Federica Gregori e la redazione Cultura e spettacoli
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