Martedì 22 settembre 2015 ore 9.15, Teatro Miela
Lo sconosciuto di San Marino
di Michał Waszynski e Vittorio Cottafavi, 1948
I gioielli meglio nascosti del cinema italiano si riscoprono già dal mattino, alle ore 9.15, con la proiezione del drammatico Lo sconosciuto di San Marino (1948) di Michael Waszynski e Vittorio Cottafavi, interpretato - tra gli altri - da Anna Magnani e Vittorio De Sica, e inserito nel percorso del festival Fascino slavo. Gli apolidi della Titanus di Gustavo Lombardo, volto a ripercorrere la filmografia italiana dello scenografo russo Boris Bilinsky.
«Benché i titoli de Lo sconosciuto di San Marino lo indichino solo come sceneggiatore, Cottafavi partecipò come co-regista anche alle riprese vere e proprie, probabilmente in virtù delle sue passate collaborazioni con De Sica (qui interprete) e Zavattini (autore). Tutto ciò ovviamente non fa che complicare il quadro, rendendo assai approssimativa l'attribuzione dell'opera: se il soggetto appartiene chiaramente al lato fiabescospirituale di Zavattini (L'angelo e il diavolo, Miracolo a Milano), lo sviluppo propone temi cari anche a Cottafavi (soprattutto la
Lunedì 21 settembre 2015 ore 20.45
MÄDCHEN IN UNIFORM
Regia: Leontine Sagan e Carl Froelich, 1931, 88'
«È opportuno anzitutto ricondursi all'epoca in cui Ragazze in uniforme è stato prodotto. Siamo nel 1931. Sta per concludersi l'ultimo atto della tragedia di Weimar e la Germania, nonostante i suoi tredici milioni di elettori operai, si appronta a consegnare la propria libertà nelle mani dei monopolisti [...] e dei loro cecchini nazionalsocialisti. [...] Ragazze in uniforme ha avuto il merito di essersi imposto in quell'epoca densa e difficile come il film migliore e, in un certo senso, come la vera, grande sorpresa della stagione. Tratto da una commedia - Gestern und heute di Christa Winsloe - che aveva fatto il giro dei teatri d'arte delle scuole tedesche e prodotto dalla cooperativa Deutsche Film Gemeinschaf, Ragazze in uniforme aveva anzitutto il carattere della produzione indipendente. In secondo luogo era diretto da una donna, Leontine Sagan, allieva di Reinhardt e alla sua prima esperienza cinematografica. Infine le interpreti erano tutte donne, in massima parte non attrici, ma ragazze della media ed alta borghesia e dell'aristocrazia agraria, [...] secondo un criterio che il cinema italiano del dopoguerra
Lunedì 21 settembre 2015 ore 22.15 Teatro Miela
ANNA UND ELISABETH
Regia: Frank Wysbar
«Importante, artisticamente, è il tedesco Anna und Elisabeth (Terra Film) realizzato da Frank Wysbar, interpretato da un bel gruppo di attori in cui primeggiano Dorothea Wieck e Herta Thiele, le due note protagoniste di Ragazze in uniforme. Il soggetto è insolito: a un'umile ragazza di villaggio che veglia, in preghiera, un morto, capita il singolarissimo fatto di vederlo resuscitare. Da quel momento ella è ritenuta una santa, e tanto si crede in lei, nel suo divino potere, che una signorina paralitica, immobilizzata da anni nella poltrona, finisce col riacquistare, in un supremo sforzo di volontà, evidentemente per uno choc nervoso, le proprie gambe rimaste lungamente inerti. A questo secondo miracolo, la fama dell'innocente si propaga e tutti i malati, i bisognosi, accorrono a lei, pretendendo di essere sanati e benedetti».
Enrico Roma, Concorso cinematografico internazionale, «Cinema Illustrazione», 3 maggio 1933
Lunedì 21 settembre 2015 ore 20.45
MÄDCHEN IN UNIFORM
Regia: Leontine Sagan e Carl Froelich, 1931, 88'
Questa sera alle ore 20.45 ai Mille Occhi Maedchen in Uniform, adattamento del romanzo e pièce teatrale della scrittrice lesbica Christa Winsloe. Battesimo di fuoco alla regia per l'attrice Leontine Sagan che ha saputo rappresentare con estrema sensibilità dei temi delicatissimi. Il film è ambientato in un collegio femminile prussiano dove una studentessa quattordicenne si innamora della seduttrice/direttrice/dominatrice Fräulein Von Bernburg. Tra le attrici Dorothea Wieck, donna dai capelli corvini che sembra avere in testa pensieri poco casti in ogni momento, e la bionda ingenua Hertha Thiele, che creò il personaggio di Manuela direttamente sul palcoscenico.Lunedì 21 settembre 2015 ore 18.15, Teatro Miela
Il cinema è una bomba. Da Ferrania a Cinecittà
di Guido Lombardi e Anna Lajolo, 1989, 55'
Un viaggio da Ferrania a Cinecittà, dalla magia chimica dei sali d'argento delle emulsioni sensibili alla fabbrica del cinema, dove le immagini diventano storie, sogni. Dalla produzione bellica di nitrocellulosa alla celluloide delle pellicole cinematografiche. È cominciata così, nello stabilimento di Ferrania, l'entusiasmante storia delle pellicole nazionali. Dagli esplosivi al cinema, perché il cinema è una bomba, a scopi pacifici s'intende. Questa storia inizia da una cassaforte e dal tesoro che essa contiene: scatole colme di pellicole cinematografiche e foto di scena. Giuliano Montaldo scorre le immagini e ripercorre le tappe fondamentali della nascita dell'industria nazionale di materiali fotosensibili. Da Ferrania a Cinecittà, dove incontra i protagonisti della storia del cinema: famosi direttori della fotografia, registi, attori e tecnici di laboratorio rievocano sperimentazioni e successi delle pellicole uscite dal suo stabilimento.
Lunedì 21 settembre 2015 Teatro Miela
dal percorso I figli di nessuno. Film raccolti da Simone Starace
ore 16.15 LA RAGAZZA DI SAN PIETRO
1958, 3'
Avventure e disavventure di un vedovo e dei suoi figlioli, venditori di oggetti sacri in piazza San Pietro a Roma.
STORIA DI UNA MINORENNE
ore 16.00
Regia: Piero Costa
Trama e giudizio dalla revisione cinematografica preventiva (30 novembre 1955): «La diciottenne Rossana, che vive con i ricchi genitori in una lussuosa villa, conosce casualmente un giovane pianista, Aldo, che suona, la sera, in un locale notturno, mentre, di giorno, fa il disegnatore in una fabbrica. Rossana e Aldo simpatizzano e ciò provoca l'ira di Giorgio Bernasconi, giovane figlio di un industriale, che pretende sposare Rossana. Il padre di Giorgio è però contrario a queste nozze in quanto vorrebbe che il figlio sposasse un'altra ragazza, figlia di un industriale concorrente. Onde dissuadere il figlio dallo sposare Rossana, Bernasconi gli rivela una grave notizia sul conto della ragazza (notizia avuta da un segreto informatore privato): Rossana non è la figlia dei coniugi Sandri. La bimba fu adottata in un orfanotrofio, abbandonatavi da una donna, Maria Capuano, che ora vive in un baraccone di circo equestre... [...] Il lavoro si svolge
Lunedì 21 settembre ore 14.30 Teatro Miela
IL RICHIAMO NELLA TEMPESTA / GLI AMANTI DELL'INFINITO / E LE STELLE NON ATTESERO INVANO
Regia, montaggio: Oreste Palella
Dalla revisione cinematografica preventiva (8 marzo 1950): «Si tratta [...] della storia di una ragazza paralizzata, Dani, che s'innamora spiritualmente del fidanzato di una sua cugina, Roberto, che non ha mai avuto occasione di vedere se non in fotografia. Improvvisamente la fanciulla inferma muore. Mentre la sua anima viaggia nell'aldilà, è invitata da una candida figura di vecchio vagabondo a scendere, per una notte, in terra per trovare il compagno per l'eternità. [...] L'attuale sceneggiatura non si scosta dalla precedente stesura se non nel finale, dove si è sostituito l'originale suicidio del protagonista [...]. Inoltre si è inserito il motivo del vecchio vagabondo - sorta di deus ex machina - che, con le sue frequenti apparizioni soprannaturali, dovrebbe richiamare il tema dell'immortalità dell'amore. Il lavoro vaga fra toni veristici e toni surrealistici, ispirandosi ad alcuni film esteri (Scala al paradiso, Joe il pilota ecc.) in cui anime di trapassati riprendono il loro viaggio in terra fra i comuni mortali. Non occorre rilevare le difficoltà di lavori del genere, dove ad una squisitezza formale della sceneggiatura deve corrispondere una perfetta realizzazione tecnica».
Il lunedì pomeriggio dei Mille Occhi apre alle 14.30 con il cinema italiano tutto da (ri)scoprire: in programma il film di Oreste Palella, Il richiamo della tempesta del 1950 a cui seguirà un altro preziosissimo recupero ad opera di Simone Starace Storia di una minorenne [1956] di Piero Costa. Simone Starace per l'occasione presenterà le attività e i progetti della cineteca di sua fondazione Penny Video. In chiusura di pomeriggio il doppio omaggio alla ditta di pellicola cinematografica Ferrania, alla presenza dell'ex dipendente e cineasta Emilio Gerboni, con la proiezione del suo mediometraggio in Super8 La nostra casa nel bosco, e del documentario eretico Il cinema è una bomba. Da Ferrania a Cinecittà (1989) di Guido Lombardi e Anna Lajolo.
I Mille Occhi si aprono lunedì mattina 9.15 con il mélo d'ambientazione risorgimentale L'invasore (1943-1949) di Nino Giannini, supervisionato da Roberto Rossellini e con aiutoregista Gerardo de Angelis (altro uomo di cinema ucciso alle Fosse Ardeatine, insieme al già omaggiato Emanuele Caracciolo). Ricordiamo alle 11.15 il primo dei tre incontri della serie La gaia scienza 2015, presso il Caffè degli Specchi di Piazza dell'Unità, che in questa prima occasione vedrà un confronto tra spettatori e concreatori dei Mille occhi insieme ad altri esponenti dei festival di cinema della città e della regione, nonché la partecipazione di due cineasti italiani presenti al festival, Fulvio Baglivi e Emilio Gerboni.
Domenica 20 settembre 2015 ore 22.55 Teatro Miela
L'amante di Paride
di Marc Alégret, 1954, 78'
Il film nasce da una trilogia, originariamente concepita come un singolo film a episodi, iniziata da Ulmer ma completata da Allégret per disaccordi con l'attrice e co-produttrice Hedy Lamarr. I tre episodi vennero successivamente assemblati in edizioni diverse a seconda del mercato di destinazione. In Italia ne furono ricavati due lungometraggi per le sale, intitolati rispettivamente L'amante di Paride (in cui Lamarr interpreta Elena di Troia) e I cavalieri dell'illusione (in cui interpreta Genoveffa di Brabante e Giuseppina Beauharnais). «Agli inizi del 1952, Hedy Lamarr annunciò che la sua casa di produzione intendeva produrre Queen Esther and the King of Egypt (una serie di film per la televisione), da girare in Gran Bretagna con la regia di Edgar Ulmer. [...] Il progetto televisivo fu ridotto a un film in tre episodi su tre famose bellezze - Elena di Troia, Genoveffa di Brabante e l'imperatrice Giuseppina - da girare a Roma nel 1953. [...] Arianné Cipes [figlia di Ulmer] ha raccontato: "Papà inizialmente avrebbe dovuto dirigere l'intera trilogia. In
Domenica 20 settembre 2015 ore 22.20 Teatro Miela
UMANITÀ
di Elvira Giallanella, 1919, 35'
Umanità narra la storia fantastica di due bambini rimasti soli sul pianeta Terra, dopo una terribile catastrofe che ha distrutto il genere umano. Elvira Giallanella adatta la semplice trama del poemetto arricchendola soprattutto all'inizio e alla fine con un contesto storico contemporaneo e con un augurio di pace duratura fondata sulla solidarietà e sul benessere.
«Introdotto da una didascalia che lo presenta come un lavoro "umoristico-satirico-educativo", il film ha per protagonisti due bambini, Tranquillino e Serenetta. Durante la notte i piccoli si alzano e mentre la bambina va a rubare nel vaso della marmellata, il maschietto si dedica alle sigarette di papà. Il fumo provoca a Tranquillino un sogno angoscioso: il mondo è stato distrutto da una terribile guerra e a lui tocca il compito di rifarlo. Le scene successive mostrano Tranquillino che ripercorre gli errori accumulatisi nella storia dell'umanità: in effetti anche scavando in profondità e addentrandosi negli strati più remoti della storia dell'umanità, il ragazzo non riesce a trovare altro
Domenica 20 settembre 2015 ore 20.45 Teatro Miela
IL MESTIERE DELLE ARMI
Regia, sceneggiatura: Ermanno Olmi, 2001
«Giovanni delle Bande Nere non era un feroce tagliatore di teste o un guerrafondaio, ma solo un comandante severissimo che faceva il cosiddetto "mestiere delle armi". Svolgeva un servizio e, del resto, la sua corrispondenza fa vedere come lui avesse un forte senso degli affetti, della famiglia, degli amori. [...] Giovanni, man mano che cresce di grado, assume delle responsabilità con una qualità di comandante e di uomo stra- ordinaria. E questa qualità lo conduce alla morte. In quei quattro giorni di agonia chiama attorno al suo letto tutti gli interlocutori con i quali aveva lasciato un discorso aperto. Risponde a quelle domande che in vita rinviamo sempre. Non è per niente un eroe ambiguo: mi sono innamorato di Giovanni perché muore come ha vissuto, con autorevolezza e lealtà. E così come ha capito che per fare il comandante doveva essere autorevole, nello stesso modo ha intuito che attraverso la morte anziché farsi grande doveva farsi piccolo. [...]
Appuntamento oggi nel tardo pomeriggio con l'omaggio a Ciro Giorgini.
Alle 18 verrà proiettato Appunti per un film sui cinema romani (2015, in progress), film progettato e iniziato dal recentemente scomparso Ciro Giorgini, grande ricercatore e programmatore di cinema (tra i fondatori di Fuori Orario e dell'Officina Filmclub). Presenti in sala la moglie Silvia Vallario e molti altri amici di Ciro.
Attivo già da giovanissimo negli ambienti dei cineclub romani degli anni '70, Giorgini è stato fondatore dello storico L'Officina e poi tra i fondatori, insieme a enrico ghezzi, di Fuori Orario, la cui vitalità deriva anche dall'enorme e instancabile ricerca che Giorgini ha sempre compiuto all'interno degli archivi RAI. Grande appassionato del cinema di OrsonWelles, gli dedicò numerosi eventi, tra cui il documentario Rosabella. La storia italiana di Orson Welles o allo studio sulle diverse versioni di Mr. Arkadin / Rapporto Confidenziale.
Domenica 20 settembre 2015 ore 18.00 Teatro Miela
Buio in sala
di Dino Risi, 1948
Dino Risi, in questo suo secondo lavoro da regista, descrive la disoccupazione nella Milano del 1948. Un commerciante impacciato e un po' depresso acquista un biglietto del cinema, si siede in platea, accende una sigaretta e guarda un film western. Vengono inquadrati i volti e i gesti dell'operatore e dei vari spettatori (una coppia che amoreggia, un cieco col suo accompagnatore, degli adolescenti che mimano le scene d'amore del film, ecc.). Alla fine dello spettacolo il signore, visto nelle inquadrature iniziali, esce sorridente dalla sala cinematografica e si incammina nella città nella quale sono ancora visibili i segni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Dal visto censura: «Cammina, in una strada di Milano, un uomo, come tanti nella grande città. Cammina, con la borsa di finta pelle, da una strada all'altra, da un negozio all'altro, a offrire spazzole, o articoli di bigiotteria. È un vinto, uno di quelli che la vita, con un lavoro paziente di tutte le ore, di tutti i minuti, ha spinto ai margini. La lotta quotidiana è difficile, per uomini come lui
Domenica 20 settembre 2015 ore 15.50 Teatro Miela
Frou-Frou (Perduta per amore)
di Augusto Genina, 1955
«Frou-Frou diciamo che è stata una parentesi [...]; però già nel personaggio di Cervi, durante l'episodio dei russi a Parigi, che è il secondo episodio del film, c'è già questo tolstoismo, questa ricerca di una pace al di fuori del consenso sociale, una ricerca della spiritualità, in un film frivolo come Frou-Frou. Che poi la mano venga spinta un po' più avanti fino al suicidio di quello nel terzo episodio, cioè questo sentimento religioso, chiamiamolo così per capirci, diciamo questo disperato appello all'Uomo verso un Ente Supremo... Anche questo voler ricorrere al carnevale, la maschera di lui che è L'Homme qui rit di Victor Hugo, molto barocco, se uno vuole essere cattivo, ma diciamo ci sono di nuovo questi echi di una ricerca. [...] È sempre la morte che è la conclusione di
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