La donna dell’altro
Copia 35mm della Cineteca Nazionale.
Jons, il bevitore, sarebbe perduto senza la moglie Erdme: è la sua forza interiore, quella con cui, insieme, mette in piedi e tiene faticosamente in vita un podere sulla terra ingannatrice delle paludi lituane. Gli anni, tuttavia, fanno emergere la fragilità delle cose tra i due: Erdme cerca conforto nelle braccia del fabbro Wittkuhn. Non trova da nessuna parte comprensione per il suo desiderio, che è anche di fuga, neppure una sorta di solidarietà. Quando Jons, offuscato dalla gelosia, la picchia, la donna si rifugia da Wittkuhn – per poi fare presto ritorno dall'uomo che ha bisogno di lei, anche se egli probabilmente non la ama ed ella di certo non ama lui. Un film tedesco quasi noir, ambientato in una terra lontana, nel frattempo straniera - le cui nevrosi hanno in sé un che di irritantemente urbano. In realtà, La donna dell'altro è un ibrido multiplo: una coproduzione tedesco-italiana, realizzata da uno dei pochi registi veramente transnazionali, un auteur del movimento costante – il che conferisce a questo dramma della lenta fossilizzazione un proprio tratto perverso –, un maestro del cinema trasversale e, nell'essere tale, contro tutti i fronti. (Om)
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