La nemica

Regista - Director: 
Anno - Year: 
1952
Soggetto - story: dalla commedia di Dario Niccodemi; sceneggiatura - screenwriters: Alberto Vecchietti, Fede Arnaud, Ermanno Donati, G. Bianchi; fotografia - cinematography: Carlo Montuori; montaggio - editing: Mario Serandrei; scenografia - set design: Mario Chiari; musica - music: Carlo Rustichelli; interpreti - cast: Eli­sa Cegani, Frank Latimore, Vira Silenti, Giacomo Velier, Carlo Ninchi, Ada Dondini, Filippo Scelzo, Luigi Cimara, Sandro Franchina, Bruno Smith, Cosetta Greco; produzione - production: E. Donati e Luigi Carpentieri per Athena; origine - origin: Italia, 1952; formato - format: 35mm, b/n;
durata - length:
84’.
Copia BetaSP (da 35mm) della Cineteca Nazionale.

«Dario Niccodemi inaugurò per suo conto la coproduzione (di quali orrende parole è madre l’industria cinematografica) italo-francese. La nemica nacque in Francia da padre italiano, e in terra di Francia si svolge la vicenda che racconta, e che il regista Giorgio Bian­chi ha trasferito in Italia dove si adatta a stento. Quei duchi, quei Gastoni infatti che discendono chiaramente dai lombi di Ohnet o di Kistemaeckers si trovano un po’ spaesati fra noi anche se il pa­lazzo che li ospita è lo stesso della Fiammata. Ma, se pure un po’ malconci dall’età, fanno del loro meglio per parteciparci i loro intimi affanni. Cre­diamo inutile raccontarvi la trama della Nemica. Saprete a memoria la storia del giovane Roberto che non sa spiegarsi l’odio della (creduta) madre, la quale ama solo il secondogenito che la guerra le ucciderà. Espiazione tremenda per la donna, e finale consolante con “mam­ma, mamma!” che Roberto potrà finalmente gridarle cadendole fra le braccia. Il film segue e svolge fedelmente tutte le scene ad effetto del copione, aggiungendone qualche altra non rilevante ma patriottica. Un film decorosamente commerciale. Elisa Cegani vi recita con convinzione, ma la vedremmo volentieri impiegata in parti di maggiori risorse, perché ha possibilità che non vanno trascurate, tanto più che il nostro cinema abbonda maggiormente di belle fi­gliole che non di attrici. Ada Dondini se la cava spiritosamente e gli altri con de­corosa modestia».
M.D., «Giornale dell’Emilia»,
15 febbario 1953

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