Godard Jean-Luc
(Parigi, 3 dicembre 1930)
È considerato uno dei padri della Nouvelle Vague, l'onda nuova formata dai giovani cineasti francesi che negli anni Sessanta si oppongono al cinéma de papa, il cinema tradizionale. Figlio di una famiglia benestante di origine elvetica, da ragazzo frequenta i cine club del Quartiere Latino e lì conosce François Truffaut, Jacques Rivette e Erich Rohmer. Nel 1950 fonda insieme a Rivette e Rohmer la «Gazette du Cinéma», dove Godard scrive recensioni firmandosi sotto lo pseudonimo di Hans Lucas. Nel 1952 inizia a collaborare ai «Cahiers du Cinéma» e realizza i primi cortometraggi. Il 1960 è l'anno di À bout de souffle (1960), film considerato il manifesto del nuovo cinema francese. La pellicola, rifiutata a Cannes, ma Orso d'Oro a Berlino, è nuova soprattutto per l'uso nuovo della macchina da presa: se in precedenza i movimenti di macchina erano impercettibili, quasi nascosti alla vista e la macchina da presa non doveva rivelare la sua presenza, ora invece lo spettatore si trova "catapultato" dentro un groviglio di immagini, parole, suoni, in cui sembra difficoltoso rintracciare un qualche rimando alle convenzioni narrative consolidate. Negli anni immediatamente seguenti realizza numerosi altri film, come Le petit soldat (1960) sulla guerra di Algeria, Une femme est une femme (1961), interpretato dall'attrice danese Anna Karina, allora sua moglie, Vivre sa vie: Film en douze tableaux (1962), vincitore del premio speciale della giuria e della critica alla Mostra di Venezia, e Le mépris dal racconto di Moravia (1963). Dopo l'aspro 2 ou 3 choses que je sais d'elle (1966), Godard realizza nel 1967 La chinoise, premio speciale della giuria a Venezia, provocatorio esempio di cinema nel cinema. Inizia quindi la fase "militante", che avrà la sua conclusione con Tout va bien (1972), analisi della classe intellettuale dopo i cambiamenti e le inevitabili delusioni del Sessantotto. Nel 1980 torna al cinema con Sauve qui peut (la vie), cui segue due anni dopo Passion. La Carmen di Bizet in chiave moderna è alla base di Prénom Carmen (1983), Leone d’Oro a Venezia e grande successo di pubblico. Gira poi il mistico e scandaloso Je vous salue, Marie (1984) e nel 1990 firma Nouvelle Vague, storia d’amore di una ricca signora svizzera con un uomo e il suo doppio. Per Allemagne 90 neuf zéro (1991) si ispira al capolavoro di Rossellini. L’amore in tutte le sue sfaccettature è al centro di Eloge de l’Amour (2001), ambientato negli anni della guerra e della resistenza. Tra le ultime produzioni ricordiamo il film collettivo Paris, Je t’aime (2006), presentato a Cannes, atto d’amore corale per la capitale francese.
È considerato uno dei padri della Nouvelle Vague, l'onda nuova formata dai giovani cineasti francesi che negli anni Sessanta si oppongono al cinéma de papa, il cinema tradizionale. Figlio di una famiglia benestante di origine elvetica, da ragazzo frequenta i cine club del Quartiere Latino e lì conosce François Truffaut, Jacques Rivette e Erich Rohmer. Nel 1950 fonda insieme a Rivette e Rohmer la «Gazette du Cinéma», dove Godard scrive recensioni firmandosi sotto lo pseudonimo di Hans Lucas. Nel 1952 inizia a collaborare ai «Cahiers du Cinéma» e realizza i primi cortometraggi. Il 1960 è l'anno di À bout de souffle (1960), film considerato il manifesto del nuovo cinema francese. La pellicola, rifiutata a Cannes, ma Orso d'Oro a Berlino, è nuova soprattutto per l'uso nuovo della macchina da presa: se in precedenza i movimenti di macchina erano impercettibili, quasi nascosti alla vista e la macchina da presa non doveva rivelare la sua presenza, ora invece lo spettatore si trova "catapultato" dentro un groviglio di immagini, parole, suoni, in cui sembra difficoltoso rintracciare un qualche rimando alle convenzioni narrative consolidate. Negli anni immediatamente seguenti realizza numerosi altri film, come Le petit soldat (1960) sulla guerra di Algeria, Une femme est une femme (1961), interpretato dall'attrice danese Anna Karina, allora sua moglie, Vivre sa vie: Film en douze tableaux (1962), vincitore del premio speciale della giuria e della critica alla Mostra di Venezia, e Le mépris dal racconto di Moravia (1963). Dopo l'aspro 2 ou 3 choses que je sais d'elle (1966), Godard realizza nel 1967 La chinoise, premio speciale della giuria a Venezia, provocatorio esempio di cinema nel cinema. Inizia quindi la fase "militante", che avrà la sua conclusione con Tout va bien (1972), analisi della classe intellettuale dopo i cambiamenti e le inevitabili delusioni del Sessantotto. Nel 1980 torna al cinema con Sauve qui peut (la vie), cui segue due anni dopo Passion. La Carmen di Bizet in chiave moderna è alla base di Prénom Carmen (1983), Leone d’Oro a Venezia e grande successo di pubblico. Gira poi il mistico e scandaloso Je vous salue, Marie (1984) e nel 1990 firma Nouvelle Vague, storia d’amore di una ricca signora svizzera con un uomo e il suo doppio. Per Allemagne 90 neuf zéro (1991) si ispira al capolavoro di Rossellini. L’amore in tutte le sue sfaccettature è al centro di Eloge de l’Amour (2001), ambientato negli anni della guerra e della resistenza. Tra le ultime produzioni ricordiamo il film collettivo Paris, Je t’aime (2006), presentato a Cannes, atto d’amore corale per la capitale francese.
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