Clair René
Francia, 1898-1981
Giornalista a «L’Intransigeant», s’avvicinò inizialmente al cinema per guadagnarsi da vivere lavorando come attore per Feuillade. Formatosi culturalmente nei movimenti d’avanguardia, sensibili alle possibilità espressive della settima arte, abbandonò definitivamente il giornalismo nel 1923.
I suoi due primi film, Paris qui dort, e Entr’acte, da un’idea del pittore Francis Picabia, furono direttamente ispirati dal clima fervido del dadaismo. Nel 1927, con Un Chapeau de paille d’Italie, Clair dà un saggio di quello che intende per cinematografo: le gags del testo originario, una pochade di Michel e Labiche, sono tutte risolte visivamente e il film non risente affatto della sua origine teatrale di cui è, anzi, una sorta di caricatura. All’avvento del sonoro l’artista è già maturo. In Sous les toits de Paris (1930), Le Million (1931), Quatorze Juillet (1933), Clair reinventa la periferia parigina.
Nel 1931 Clair aveva realizzato A nous la liberté, una parabola, sorridente ma non troppo, sulla schiavitù che lega l’operaio alla macchina nella civiltà industriale, un’opera alla quale si ispirò probabilmente Chaplin per alcune sequenze del suo Modern Times (1936). Dal 1941 al 1946 lavorò negli Stati Uniti. Il ritorno in patria coincise con la realizzazione di Le Silence est d’or. Realizzò in seguito La Beauté du diable, Grandes manœuvres, Porte des lilas.
Journalist with L’Intransigeant, he initially started in film to make money, working as an actor with Feuillade. He developed culturally among the movements of the avant-garde, sensitive to the expressive possibility of the seventh art, and in 1923 he decided to abandon journalism.
His first two films, Paris qui dort, and Entr’acte, from an idea of painter Francis Picabia, were directly inspired by the fervent climate of Dadaism. In 1927, with Un Chapeau de paille d’Italie, Clair presented his intentions for cinematography: the gags of the original text, a light comedy by Michel and Labiche, were all resolved visually and the film was hardly effected by its theatrical roots; to the contrary, it appears as a sort of caricature of the original. With the invention of the sound film, the artist was already quite mature. In Sous les toits de Paris (1930), Le Million (1931), and Quatorze Juillet (1933), Clair re-invented the Paris periphery. In 1931 Clair directed A nous la liberté, a parable, smiling but not too much, about the slavery that binds the worker to his machinery in industrial civilization, a work that perhaps inspired Chaplin in several scenes of Modern Times (1936). From 1941 to 1946 he worked in the United States. His return home coincided with his direction of the film Le Silence est d’or. He later directed La Beauté du diable, Grandes manœuvres, and Porte des lilas.
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