Il Cantamaggio. Un viaggio con Dario Fo nella tradizione dei "Maggi"
Fotografia-
Cinematography:
Mario Benvenuti, Ezio Bellani
Suono
- Sound:
Francesco Biagini, Alberto Gabbrielli
Montaggio
- Editing:
Lulù Traina
Produzione
- Production:
Cooperativa Alfea Cinematografica
Durata
- Length:38
minuti
Origine
- Origin:
Italia, 1978
Nell´estate
del 1971, girando per i monti pisani con una Paillard 16 millimetri
alla ricerca di punti di vista per il mio cortometraggio Del Monte
Pisano, incontro un vecchio boscaiolo che canta mentre pota un
albero. Il canto di quel vecchio mi ricorda il grido modulato,
dall´alto dei minareti, dei moazzin nordafricani. Sono sorpreso
e affascinato. Il vecchio mi vede, scende dall´albero e mi
sorride. Quasi si scusa per quella sua libertà canora nella solitudine
del monte. L´uomo si chiama Fernando Bernardini detto Farnaspe
e vive a Buti, un paesino alle pendici orientali del monte: -"Cantavo
il maggio..." - mi dice. - "Il maggio!? E che cos´è?"
- gli faccio io...
Questo
incontro, che ha quasi il sapore della favola, segnerà tutta
la mia vita futura. Del Monte Pisano, un cortometraggio di 25 minuti,
diventerà così il primo di una serie di documentari sul
mondo contadino toscano e su una cultura millenaria in via di
estinzione che, nell´indifferenza generale, sta per essere
sommersa dalla cosiddetta "civiltà" industriale.
Il
secondo film, un medio metraggio di 45 minuti, venne realizzato
l´anno successivo grazie all´intervento di Jean Marie
Straub che, avendo visto al Filmstudio di Roma Del Monte Pisano ne
era rimasto impressionato. Mi aveva cercato e aveva voluto
assolutamente conoscere questa cultura dei maggi. Gli parlai del mio
progetto di filmare Medea, un maggio riproposto dopo oltre
cinquant´anni dai vecchi attori contadini di Buti. Straub mi
presentò Italo Moscati, che allora dirigeva i programmi
sperimentali della Rai. Moscati non voleva credere ai miei racconti
sul ritrovamento di questa straordinaria forma di teatro arcaico. Lo
convinsi a venire a Buti e toccare con mano. Come Straub, anche
Moscati rimase affascinato dai vecchi maggianti di Buti e,
immediatamente, mi finanziò la produzione del mediometraggio.
Dietro
segnalazione di Straub, il film Medea, il Teatro del Maggio di Buti
fu presentato nel 1973 al Film Forum del Festival di Berlino. In sala
c´era Jack Lang (futuro Ministro della Cultura francese) che,
allora, dirigeva il "Festival Mondial du Theatre" di Nancy.
Lang mi chiese di portare i vecchietti di Buti con la loro Medea al
suo festival di teatro e fu un trionfo. La televisione francese
registrò lo spettacolo e la notizia rimbalzò in Italia
a nostra insaputa sul telegiornale Rai. Quando con tutti i miei
vecchietti tornammo a Buti, la piazza era piena, con il sindaco con
la fascia e la banda che suonava. Il risultato fu che il Teatro del
Maggio di Buti, nell´oblio da oltre cinquant´anni,
risorse come per incanto. Nel 2003 sono stato invitato come ospite
d´onore alla festa per il trentesimo anniversario della
Compagnia del Maggio a Buti. Jean Marie Straub, dopo aver realizzato
nel `76, con quegli stessi attori, il suo film Dalla nube alla
resistenza, nel `98 vi si è trasferito definitivamente con sua
moglie Danièle Huillet, continuando a realizzare, in quel
piccolo paese sul monte pisano, con quegli attori e con i loro figli,
tutti i suoi ultimi film, da Sicilia! in poi.
Nel
1973, la notizia della rinascita della tradizione del Maggio a Buti,
fu come uno squillo di tromba per il mondo contadino dei paesi
limitrofi e, soprattutto, per quelli del versante garfagnino e
tosco-emiliano dove, in passato, la tradizione dei maggi era
fortissima. Rispolverando i ricordi di gioventù, i vecchi
maggianti di questi paesi, per spirito di emulazione con Buti,
ricostituirono le antiche compagnie teatrali e ripresero a "cantare
il maggio". Il fenomeno fu così forte da accendere
l´interesse di studiosi, docenti universitari, musicologi, e
ricercatori di tutta Italia. Nel 1978, sotto l´egida della
Regione Toscana, venne promosso a Buti, per una settimana, il "I°
Convegno Nazionale di Studi sulla Cultura dei Maggi", alla
presenza dei massimi esperti di cultura popolare. A
quell´appuntamento, partecipano anche una mezza dozzina di
risorte "Compagnie di Maggianti".
In
quell´occasione, mi fu chiesto di realizzare un documentario
sull´evento. Così, insieme all´amico Gianni Menon
che lo conosceva bene, chiedemmo a Dario Fo di partecipare al film
come una sorta di Virgilio che ci accompagnasse alla scoperta di
questa straordinaria forma di teatro contadino. Fo accettò con
entusiasmo e così nacque il film.
imilleocchi newsletter
Privacy Policy per i visitatori del sito
Secondo quanto previsto dalla Legge 124/2017, l'Associazione Anno uno rende pubblici online gli importi di natura pubblica ricevuti nel 2018.