Bennati Giuseppe
La sua carriera cinematografica inizia nella metà degli anni ’40 quando, dopo aver abbandonato il Centro Sperimentale di Cinematografia (tra i suoi compagni di studi figurano Paolo Panelli, Tino Buazzelli e Nino Manfredi), si dedica alla realizzazione di una serie di cortometraggi autoprodotti. Nel 1950 gira i documentari Levrieri da corsa, Pompei e Acquario. Nello stesso anno debutta anche nella regia di lungometraggi con Il microfono è vostro, ispirato all’omonima rubrica radiofonica. Due anni dopo dirige quello che fu arbitrariamente considerato il primo western del cinema italiano: Musoduro (1953) – tratto dal romanzo Musoduro, memorie di un bracconiere di Luigi Ugolini – accolto favorevolmente dalla critica. Dopo aver firmato il soggetto e la sceneggiatura di La valigia dei sogni (1953-54) di Luigi Comencini, scrive e dirige una serie di film che subiscono alterne fortune: Non scherzare con le donne e Operazione notte (entrambi del 1955) non ricevono gli stessi consensi della fatica precedente, La mina (1957), viceversa, conquista di nuovo la considerazione della critica e una tiepida accoglienza viene riservata a L’amico del giaguaro (1958). A dieci anni dall’esordio, invece, firma due opere ritenute inconsuete e sorprendenti: Labbra rosse (1960) – ritratto critico e spietato della famiglia, della borghesia, del consumismo e della gioventù amorale – e Congo vivo (1961), considerato da alcuni come il suo capolavoro, in cui sulla base di una storia d’amore tra un giornalista italiano e una donna belga viene affrontata con partecipazione e competenza la situazione congolese successiva alla proclamazione dell’indipendenza. Dopo una parentesi di regia televisiva nel 1970 con il Marcovaldo – mini serie televisiva con Nanni Loy, Arnoldo Foà e Didi Perego, tratta dai racconti di Italo Calvino – nel 1974 firma il suo ultimo film, il giallo L’assassino ha riservato nove poltrone.>
His film career began in the ‘40s when, after abandoning his studies at the Centro Sperimentale di Cinematografia (his classmates included Paolo Panelli, Tino Buazzelli, and Nino Manfredi), he devoted himself to the creation of a series of self-produced short films. In 1950 he made the documentaries Levrieri da corsa, Pompei, and Acquario. In the same year he directed his first feature film, Il microfono è vostro, inspired by the radio program of the same name. Two years later he directed what many arbitrarily consider to be the first western of Italian cinema: Musoduro (1953) – based on the novel “Musoduro, memorie di un bracconiere” by Luigi Ugolini – received favorably by the critics. After writing the subject and script for Luigi Comencini’s La valigia dei sogni (1953-54), he wrote and directed a series of films that met with varied success: Non scherzare con le donne and Operazione notte (both in 1955), neither receiving the same praise as his earlier efforts. His next film, La mina (1957), on the contrary, was highly successful, while L’amico del giaguaro (1958) received only mild approbation. Ten years after his debut, however, he completed two works that were considered bold and unexpected: Labbra rosse (1960) – a fierce critical portrait of family, bourgeois values, consumerism, and amoral youth – and Congo vivo (1961), considered by some to be his masterpiece, in which, through a love story of an Italian journalist and a Belgian woman, he addresses with competence and involvement the situation in Congo following the declaration of independence. After a parenthesis in 1970 in which he directed Marcovaldo – a TV mini-series with Nanni Loy, Arnoldo Foà, and Didi Perego, based on the stories of Italo Calvino – in 1974 he directed his last film, the thriller L’assassino ha riservato nove poltrone.
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