Pietrangeli Antonio
Nato a Roma nel 1919, si laurea in medicina, dedicandosi però alla critica cinematografica: collabora a numerose testate (“Cinema”, “Bianco e Nero”, “Si gira”, “Star”); diventa sceneggiatore, tra gli altri, per Germi (Gioventù perduta, 1947) e Rossellini (Europa ’51, 1952). Esordisce nella regia con Il sole negli occhi (1953), malinconico e minuto ritratto di una cameriera, film in cui si annuncia la sua predilezione per intensi ritratti femminili realizzati con acuta sensibilità psicologica e rigore della forma. Lo scapolo (1955) e Souvenir d’Italie (1957) sono commediole graziose ma convenzionali: Nata di marzo (1957) e Adua e le compagne (1960) sono due straordinari film di donne, distanti per concezione e stile dal perbenista cinema coevo. In Fantasmi a Roma (1961) Pietrangeli s’inventa una commedia fantastica inedita e freschissima: ne La visita (1964) dipinge un duro quadro della condizione femminile, trovando accordo perfetto con la protagonista Sandra Milo. La parmigiana (1963) e Il magnifico cornuto (1964) sono commedie amare che preludono solo in parte al suo vertice artistico futuro, Io la conoscevo bene (1965), con una giovane e già matura Stefania Sandrelli: è un capolavoro assoluto del cinema italiano, un film nuovo per la forma frammentaria, libero nella concezione strutturale, coraggioso nella violenza delle sue conclusioni sul cinema, la società e la gioventù italiane. Poco più tardi, Pietrangeli muore, annegato nel mare di Gaeta durante le riprese di Come, quando e perché (1969), che esce postumo finito da Valerio Zurlini.
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