Gallone Carmine
Esordisce nel 1914 con La donna nuda e prosegue la sua carriera con altre trasposizioni dallo scrittore Henri Bataille: in questi "inizi si scorge il carattere di tutta l'opera successiva, tra dimensione famigliare e azzardi della passione, che evidenziano una formazione artistica segnata dai gusti del tempo e dalla capacità di unire il pathos nazionale e la dimensione europea". Durante il periodo del muto e poi anche successivamente lavora in Francia, Gran Bretagna e Germania: ma è con il sonoro che Gallone si afferma come maestro del cinema italiano. Fin dal postsincronizzato Terra senza donne (1929) Gallone "rende esplicito il suo rapporto con la musica" ed anche il kolossal fascista Scipione l'Africano (1937) va considerato "come il grand-opéra d'una patria che è sempre altrove". L'opera di Gallone si fa "sempre più progettuale: padrone-demiurgo del primo film post-bellico Il canto della vita (1945), cerca di trovare un ordine per tutte le cose, e dalla ramificazione in film-opera, opere parallele, biografie di musicisti, film con cantanti, si delinea una costruzione stereotipata come le iconografie staliniste di Ciaureli, che però sposta continuamente i propri tasselli, talvolta in relazione alla grande storia"*: nascono così Casta Diva (1954) e La forza del destino (1950), Puccini (1953) e Casa Ricordi (1954), Rigoletto (1947) e Cavalleria Rusticana (1953). Con Cartagine in fiamme (1960) e il dittico del 1962 con Giovanna Ralli, La monaca di Monza e Carmen di Trastevere, chiude la sua carriera. Muore a Frascati il 4 aprile 1973: era nato a Taggia il 18 aprile 1886.
*tutte le citazioni provengono dalla voce Carmine Gallone, di Sergio Grmek Germani, del Dizionario dei registi del cinema mondiale a cura di Gian Piero Brunetta.
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