Demy Jacques
Nato nel 1931 a Pontchâteau, da ragazzo s'improvvisa regista di graziosi film d'animazione - passione che tornerà in età matura con La table tornante (1987), collana di corti del maestro d'oltralpe Paul Grimault - e frequenta l'Accademia di Belle Arti, compiendo i primi passi come aiuto-regista di documentari per Georges Rouquier (Lourdes et ses miracles, 1955, e S.O.S. Noronha, 1957), e girando contemporaneamente alcuni cortometraggi a soggetto. Passa al lungometraggio scrivendo, sceneggiando e dirigendo Lola (1960), storia di una chanteuse di cabaret interpretata da Anouk Aimée: è un film intriso di tenerezza e di pungenti notazioni psicologiche, che evita le trappole del melodramma e pone Demy in una posizione al tempo stesso fuori e dentro la Nouvelle Vague. Dopo il sottovalutato La baie des anges (1962), esplode finalmente la sua passione per il musical nel capolavoro Les parapluies de Cherbourg (1964), opera svincolata dai canoni hollywoodiani d'intensa malinconia, di sognante atmosfera, colorata e commovente. Varia la formula con successo ne Les demoiselles de Rochefort (1966) con la presenza feticcio di Gene Kelly. Chiude circolarmente la prima fase della sua carriera col dimenticato capolavoro Model Shop (1969), e inizia una serie di incantati film fiaba - Peau d'âne (1970), The Pied Piper (1972), Lady Oscar (1979) - in cui può essere compreso anche il bizzarro L'événement le plus important depuis que l'homme a marché sur la lune (1973). Con Une chambre en ville (1982), Parking (1985) e Trois places pour le 26 (1988) cerca di rinnovare costantemente la sua personale formula di film musicale. Muore di AIDS nel 1990, accudito amorevolmente dalla compagna di una vita Agnès Varda.
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