Menon Gianni
Nato e
cresciuto a Trieste, maturità classica, facoltà di
Lettere. Poi a Padova per due anni (vendita e promozione vendite per
la 3M nel settore degli audiovisivi); quindi a Milano; infine a Roma.
Negli
anni '60, a Milano, ha collaborato con: il Nuovo Canzoniere
Italiano, le Edizioni del Gallo, l'istituto "Ernesto De Martino",
la Società Umanitaria, Narri Ricordi, Dario Fo. Occupandosi
soprattutto di organizzazione e promozione culturale (cinema, teatro,
settore discografico). Ha anche insegnato in scuole pubbliche e
private (attività - questa dell'insegnamento - che non
ha mai abbandonato del tutto). E' stato fra i fondatori a Milano
dell'Arci. Quindi, trasferimento a Roma.
Dal
'66 al '69 dirigente nazionale dell'Arci, responsabile del
settore spettacolo (cinema, teatro, musica) e collaboratore
dell'ufficio stampa e del settore formazione quadri. In questa
veste ha avuto modo di organizzare molti corsi e seminari di studio;
ne è uscito anche un libro, Dibattito su Rossellini,
edito da Samonà e Savelli - altre pubblicazioni sono apparse
su riviste, Atti, Quaderni vari: tra queste un quaderno su Pier Paolo
Pasolini che affiancò un seminario all'Università di
Macerata; uno sui rapporti fra Cinema e Melodramma per la prima
edizione della rassegna di Salsomaggiore; un saggio su Castellani nel
periodo neorealista raccolto in un volume di Atti di un convegno
pubblicati a cura di Lino Miccichè per Marsilio; uno su
Visconti sul numero monografico che gli ha dedicato la rivista
«Bianco e Nero». Per l'Arci è stato segretario
dell'Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci); e per quanto
riguarda il teatro ricorda con piacere di essere stato il primo -
nel 1967 - a portare il Living Theatre nelle Case del Popolo
toscane. Dopo, per alcuni anni, è stato ancora collaboratore
esterno dell'Arci. Per il problema delle ‘150 ore' e sempre per
il settore spettacolo (soprattutto schede filmografiche, tante;
sottotitolaggio film; e ancora seminari e corsi).
Dal
'67 al '70 (la durata della rivista) prima collaboratore poi
redattore di «Cinema & Film».
Dal
'69 libero professionista (e collaboratore della RAI).
Per la
televisione ha scritto testi di tutti i tipi, e una ventina di
sceneggiature (da solo, con altri, per sé, per altri).
In
qualità di regista ha realizzato: una gran quantità di
servizi per diverse rubriche (negli anni: "Ore 13", "Ore 20",
" Cinema '70", "Team", " Spazio Dispari", "Lettera
Aperta"); uno special di un'ora di musica leggera (su Orietta
Berti, si chiamava "Autoritratto formato video"); cinque ore di
servizi sportivi per la Rete3 in occasione delle penultime olimpiadi,
utilizzando materiale di repertorio.
Ha
collaborato con altri alla realizzazione di due esperimenti di
"Telelirica" (La cambiale di matrimonio di Rossini
e Il maestro di Cappella di Cimarosa) e a uno special sui
‘maggi' toscani ("Il Cantamaggio").
Inoltre
diversi corto e mediometraggi
documentari e no (uno ha partecipato anche al Festival dei
Popoli di Firenze).
Le
sceneggiature, oltre che per sé, le ha scritte per la regia di
Peter Del Monte, Adriano Aprà, Paolo Benvenuti, Maurizio
Ponzi. Le ultime in ordine di tempo sono quelle tratte da Valentino
di Natalia Ginzburg (già realizzato in due puntate) e da I
Fratelli Cuccoli di Aldo Palazzeschi (tre puntate in fase di
preparazione).
Per il
cinema ha sceneggiato (questi sono i titoli che crede valga la pena
di citare): Irene Irene di Peter Del Monte e recentemente, con
Sofia Loren e per la regia di Maurizio Ponzi, Qualcosa di biondo.
In
teatro ha seguito da vicino prima - a Milano - il lavoro di Dario
Fo; è stato, più tardi, uno dei promotori, all'inizio,
della collaborazione fra Fo e l'Arci con il tentativo di creare un
circuito teatrale diverso. Poi - da Roma - il teatro cosiddetto
sperimentale o di ricerca, dal convegno di Ivrea del 1967 da cui usci
l'Associazione Nuovo Teatro (di cui è stato membro del
comitato coordinatore assieme ai rappresentanti dei gruppi e a Franco
Quadri, Giuseppe Bartolucci, Edoardo Fadini); fino praticamente ad
oggi. In particolare ha collaborato assiduamente, dal '66, con Leo
de Berardinis e Perla Peragallo; e, per uno spettacolo, col
"Patagruppo" di Bruno Mazzali.
Dal
1983 ha iniziato a collaborare con la Rai anche nel settore
radiofonico.
Ha
realizzato per la Rete 3 una quindicina di documentari radiofonici in
qualità di regista, alcuni su testo proprio. Sempre per la
Rete 3 ha realizzato cinque puntate sui rapporti fra calcio e
letteratura, dal titolo "La pagina è rotonda"; il testo è
di Marino Sinibaldi. Per uno spazio sperimentale della Rete 1 ha
ideato, scritto e realizzato 10 puntate su un complicato itinerario
che comprende Winckelmall, Goethe, Stendhal, il neoclassicismo,
Trieste, Roma.
Per la
Regione Toscana e il Comune di Livorno - all'interno di un corso
professionale - ha realizzato con la collaborazione degli allievi
un video di un'ora tratto da Cassandra di Christa Wolf.
Per il
Dipartimento Scolastico Educativo ha realizzato due puntate
televisive su Gemona del Friuli ricostruita a dieci anni dal
terremoto.
Per il
cinema ha scritto una sceneggiatura ispirata a un romanzo di Henry
Miller (Giorni felici a Clishy).
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