Aspettando Gianvito

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Passato il giro di boa, l'attesa è tutta per lui: John Gianvito, il vincitore del premio Anno uno 2008, arriverà a Trieste da Boston nel primo pomeriggio di domani, mercoledì 24 settembre. Giusto in tempo per inaugurare alle 17 The Perfect Light, la prima personale completa a lui dedicata in Italia, con diverse anteprime che verranno presentate in sala dal regista stesso, e che culminerà nella serata di venerdì 26 settembre alle 20.30 con la consegna del riconoscimento e la presentazione in anteprima italiana di “The Mad Songs of Fernanda Hussein”, film di grande fascino e bellezza con alle spalle rarissime proiezioni europee (Rotterdam, Berlino).

Si inizierà domani con i suoi lavori giovanili mai visti datati 1978 fino a lavori più maturi come “Puncture Wounds (September 11)”, “evocazione immaginaria – come spiega Gianvito - del clima emotivo di quel momento, quando la bolla in cui tanti americani vivevano fu forata violentemente e, almeno per un momento, l'aria, la terra, gli occhi furono trafitti dagli atti rabbiosi del malcontento, sostituiti velocemente dalla volontà di vendetta della risposta statunitense”. In programmazione anche la prewiew screening di “No Wind, No Waves” (2008), inquietante ritratto dell'America contemporanea e di un mondo in cui le persone sembrano crescere sempre più lontane le une dalle altre.

La personale proseguirà con altri titoli giovedì alle 15 e venerdì alle 17 (prima della consegna del premio) per arrivare, sabato 27, giornata finale del festival, all'evento speciale: la proiezione dell’ultimo film “Profit Motive and the Whispering Wind”, toccante e attuale meditazione visiva sulla storia progressista degli Stati Uniti, “un’opera – citando la motivazione del Premio - che per noi incarna come nessun’altra al giorno d’oggi l’essenza del neorealismo, ovvero costituisce una continua riflessione su come una comunicazione significativa dovrebbe funzionare, adesso, e quali forme specifiche dovrebbe assumere a questo scopo; una costante accentuazione della fragilità rispetto alla solidità, della possibilità piuttosto che della sicurezza; l’idea dell’individuo sempre all’interno della comunità; la concezione della vita in quanto avventura come missione”. Un'occasione per avvicinarsi a un cinema forte e personale, affascinante e non ancora sufficientemente conosciuto. (fg)

Trieste, 23.09.08


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