La serata conclusiva dei Mille Occhi

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Si è conclusa ieri, giovedì 22 settembre, la 15a edizione del Festival I Mille Occhi con la cerimonia di premiazione di Vlado Škafar al Teatro Miela di Trieste.

Il direttore Sergio Germani si è dichiarato molto soddisfatto di questa edizione 2016 che ha scavalcato le tradizionali barriere linguistiche e culturali permettendo una profonda immersione nei film visti e i personaggi incontrati. In particolare, in questo compleanno I Mille Occhi hanno celebrato il rapporto tra lo sguardo sul cinema internazionale e su personalità creative a noi molto vicine, riuscendo a mantenere una grande ampiezza di programma, con proposte da varie epoche e anteprime meravigliose e assolute.

Il direttore ha espresso riconoscenza a tutti i collaboratori operativi e creativi del festival mettendo in risalto come la rete di collaborazioni si estenda di anno in anno con proposte di programma molto qualificate da parte di chi segue e condivide il percorso dei Mille Occhi. Citando alcuni dei curatori di questo'anno, Mila Lazić, Olaf Möller, Dario Stefanoni, Cecilia Ermini e Simone Starace, Germani ha dichiarato come il suo ruolo sia sempre più quello di supervisione e di "messa in scena" concentrandosi su piccoli programmi e sui collegamenti che caratterizzano e rendono ancora più speciale e originale il programma dei Mille Occhi.

Sono seguiti poi i ringraziamenti alla Regione Friuli Venezia Giulia e all'Assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti presente in sala ricordando come I Mille Occhi sia tra i festival regionali che vengono sostenuti triennalmente dalla regione. E' stato inoltre sottolineato il contributo fondamentale della Fondazione Kathleen Foreman Casali che ha permesso di aggiungere un giorno al calendario del festival, l'essenziale collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale di Roma la quale offre gentilmente anche lo spazio al Cinema Trevi e numerose copie rare per i giorni di programmazione a Trieste, e la main partnership con la Cineteca del Friuli. Calorosi ringraziamenti alla Cineteca di Bologna e lo Slovenski Filmski Center di Lubiana e, infine, ai Civici Musei del Comune di Trieste

Un grazie particolare anche a tutti gli sponsor, che da sempre hanno creduto nella qualità culturale del festival rendendo ancora più speciali gli incontri dei Mille Occhi con il proprio pubblico.


Il Premio Anno uno a un cineasta del nostro tempo, lo specchio convesso realizzato e donato dall'artista Stefano Coluccio (Canestrelli), è stato consegnato al regista sloveno Vlado Škafar per il suo ultimo film Mama.

Vlado Škafar ha ringraziato I Mille Occhi, un festival molto vicino alla sua visione dell'arte cinematrografica e al suo film, con un pubblico capace di capirlo, affermando come inconsciamente questo lungometraggio rappresenti il fiume in cui tutti i suoi lavori precedenti sono confluiti come affluenti, e che tutti rappresenta. "Il mio lavoro è quello di cancellare la banalità della vita e vedere che c'è qualcosa dietro" ha affermato il regista premiato.

Presente in sala anche il produttore del film Mama, co-produzione tra la slovena Gustav Film, l'italiana Transmedia e la bosniaca SCCA/Pro.ba: Igor Prinčič ha sottolineato il difficile processo che ha portato alla genesi del film, lungo ma talmente poetico da regalare grandissime soddisfazioni.

Olaf Möller e Vlado Škafar hanno anche introdotto il cortometraggio di Lav Diaz The Day Before the End che il regista appena premiato a Venezia ha voluto regalare ai Mille Occhi in anteprima nazionale.

Entrambi amici ed estimatori di Lav Diaz, artista di un cinema contemplativo in grado di esprimersi soprattutto nelle lunghe durate, hanno ricordato la loro presenza alla maratona della proiezione del film Heremias all'Izola Film Festival del 2005, che nelle sue totali otto ore riuscì a rapire il pubblico presente in sala per tutta la durata dell'opera grazie alla sua intensità. Nelle parole del critico tedesco Olaf Möller, Lav Diaz è una persona che non solo crede nei miracoli, ma ha il dono di saperli trasporre nei suoi film, come l'ultima scena di questa breve opera proiettata ai Mille Occhi che rappresenta, agli occhi degli attenti, il miracolo della vita che persiste: "Grazie a tutti quelli che credono nel cinema di Lav che lo scrivano con la A di Lav o con l'O di Lov(e)".

Un grande cinema quindi a chiudere l'edizione XV dei Mille Occhi: la proiezione di due opere visionarie, con una poetica che parla al mondo da un punto più elevato, che la visione sia a colori o in bianco e nero o la bellezza e la grazia siano espresse da paesaggi della natura o da versi di Shakespeare recitati da gente comune.

Cala il sipario su questa edizione: un intenso compleanno di meravigliose giornate di visioni per un festival che crede nella forza del cinema e prosegue il discorso cominciato quindici anni fa con l'augurio che mille altri anni come questo ne seguano.

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