Titanus lascia o raddoppia?
Il
percorso di riscoperta delle produzioni TITANUS, compiuto in questi
giorni dal festival di Locarno, continua con l'edizione 2014 dei
MILLE OCCHI.
La
retrospettiva locarnese, curata dal direttore dei Mille Occhi Sergio
M. Germani e da Roberto Turigliatto, troverà infatti un'integrazione
di altri nove titoli con l'edizione 2014 del festival triestino, che
si svolgerà al Teatro
Miela di Trieste dal 12 al 16 settembre (con
anteprima
a Roma il 9 e 10 settembre al Cinema Trevi),
in
partnership con la Cineteca
del Friuli,
la Cineteca
Nazionale e
la
Cineteca di Bologna.
Alcuni dei film in programma saranno contraddistinti dalla
presenza dell'attrice triestina Laura Solari, già omaggiata
nell'edizione 2013 di "I Mille Occhi" (in occasione del
centenario della nascita) e interprete di almeno tre pellicole
Titanus: il peplum Romolo
e Remo
(1961)
di
Sergio Corbucci, il mélo Ridi
pagliaccio!
(1941)
e il morboso noir, oggi perduto, La
statua vivente
(1943),
diretti entrambi da Camillo Mastrocinque. Se di quest'ultimo film,
girato nel capoluogo giuliano con la partecipazione del comico
triestino Angelo Cecchelin, i "Mille Occhi" potranno tracciarne
solo una ricostruzione fotografica, gli altri due verranno
proiettati durante le giornate del festival nelle loro copie in
pellicola. Film mitologico dall'impianto western, Romolo
e Remo
è non a caso servito all'aiuto regia e alla seconda troupe da futuri
cineasti come Sergio
Leone
e Franco
Giraldi (direttamente
toccato da un altro omaggio del festival), e presenta, tra i suoi
motivi d'interesse, anche l'esordio da attrice della cantante Ornella
Vanoni,
in una delle sue rare apparizioni sul grande schermo. Il poco
conosciuto Ridi
pagliaccio!,
con Fosco Giachetti e Elli
Parvo,
è
invece un cupo melodramma d'ambiente circense, ispirato all'opera I
pagliacci
di Leoncavallo
e sceneggiato insieme a Giuseppe Zucca, umorista messinese e titolare
della Fauno Film (produttrice, tra gli altri, di Mille
chilometri al minuto
di Mattoli e Fari
nella nebbia di
Franciolini).
Il protagonista indiscusso del percorso Titanus dei
Mille Occhi sarà però Raffaello
Matarazzo,
di cui, insieme alle esclusive per il festival triestino, verranno
riproposti due melodrammi già incontrati nella retrospettiva
locarnese - Difendo
il mio amore
(1956),
girato tra Bergamo e Milano, sceneggiato con Suso
Cecchi D'Amico
e interpretato da Vittorio
Gassman
nel ruolo del villain
(la
cui regia, ufficialmente attribuita al futuro divulgatore scientifico
Giulio Macchi, è oggi riconosciuta come matarazziana), e il raro
Amore
mio
(1964),
interpretato
dall'italo-americana
Eleonora Brown
(lanciata da De Sica in La
ciociara)
e
quasi interamente autoprodotto dall'autore, qui al suo ultimo film.
Saranno invece proposti solo a Trieste due dei sette melodrammi da
lui realizzati con la coppia Yvonne
Sanson/Amedeo Nazzari:
Chi
è senza peccato... (1952),
sceneggiato da Aldo
De Benedetti a
partire dal romanzo Geneviève,
histoire d'une servante
di Alphonse
de Lamartine
(letterato che il festival ricorderà anche con Graziella
(1954)
di Giorgio Bianchi, altro adattamento dalla sua opera) e il
crepuscolare Malinconico
autunno (1958),
ultima pellicola con la coppia Sanson/Nazzari, venato da
un'inconsueta e delicata ironia. Di Matarazzo si potranno vedere a
Trieste anche due sorprendenti commedie: il divertito I
terribili 7 (1963),
tenero
sguardo sul mondo dell'infanzia, e l'amalfitano Cerasella
(1959),
al crocevia tra neorealismo rosa e musicarello,
in
cui esordisce da attrice la quindicenne Claudia
Mori,
ben prima del sodalizio con Celentano e già protagonista al fianco
di Mario
Girotti
(non ancora ribattezzato Terence Hill).
Sempre nel mondo della canzone napoletana è ambientato anche Io,
mammeta e tu (1958)
di Carlo
Ludovico Bragaglia,
una commedia oggi da riscoprire, ispirata all'omonima canzone di
Domenico
Modugno
(che vi recita insieme a Marisa
Merlini)
e sceneggiata con lo scrittore e cineasta napoletano Riccardo
Pazzaglia,
che di Modugno fu anche paroliere.
A tutt'altro genere, tra
l'avventuroso e il peplum, appartiene invece il cappa e spada
L'arciere
di fuoco
(1971)
di
Giorgio
Ferroni,
con Giuliano
Gemma
e Silvia
Dionisio,
che sarà proiettato nell'anteprima romana del festival, mercoledì
10 settembre, all'interno di una carta bianca di titoli curata
dall'importante critico e curatore cinematografico Olaf
Möller,
prezioso collaboratore dei Mille Occhi e firma di testate come Film
Comment e
Senses
of Cinema.
Per finire, il festival triestino riproporrà anche il
bellico/parodico Il
giorno più corto
di Sergio
Corbucci,
un curioso caso di film all
stars
dove 88 attori celebri (molti dei quali presenti per il tempo di una
sola battuta) recitano gratis con lo scopo di dar vita a un kolossal
comico di richiamo che potesse risollevare la Titanus da una grave
crisi finanziaria.
Il film di Corbucci, ambientato durante la
Prima Guerra Mondiale, permette di ricordare anche un altro percorso
tracciato dall'edizione 2014, "Massa
e potere. La distanza del cinema dall'inutile strage",
dedicato al centenario del conflitto e impreziosito dall'anteprima
italiana di Nachrichten
vom grossen Krieg
di Alexander
Kluge.
Ma le proposte di I Mille Occhi non finiscono qui: del denso programma fanno parte anche il Premio Anno Uno a un cineasta del nostro tempo come l'algerino Tariq Teguia, l'anteprima assoluta di Lucio di Franco Maresco, dal suo spettacolo da Franco Scaldati, l'omaggio alla poetessa Giannina Angioletti (attrice in Racconto di quartiere di Zurlini), l'anteprima del video Urla mute di Alessandra Vanzi, in co-regia con Alberto Grifi, la personale dedicata a un grande cineasta italiano come Raffaele Andreassi, il misconosciuto Rossellini di A Question of People (1974) e molte altre pellicole, senza soluzione di continuità tra anteprime e recuperi.
imilleocchi newsletter
Privacy Policy per i visitatori del sito
Secondo quanto previsto dalla Legge 124/2017, l'Associazione Anno uno rende pubblici online gli importi di natura pubblica ricevuti nel 2018.