Mille occhi sul jazz
Mille occhi puntati su Franco Maresco
e
il suo film Io
sono Tony Scott, ovvero come l'Italia fece fuori il più
grande
clarinettista del jazz.
Il documentario racconta l'intensa parabola artistica di Tony Scott attraverso un affresco minuzioso del contesto storico e musicale in cui ha vissuto e operato. Il clarinettista di origini siciliane, al secolo Anthony Joseph Sciacca, nacque nell'ambiente del Be Bop e crebbe al fianco di giganti del calibro di Charlie Parker e Dizzy Gillespie, arrivando a condividere il palco anche con giganti come Ben Webster, Art Tatum, Lester Young e Bud Powell. Amico intimo, direttore musicale e arrangiatore di Billie Holiday, ostile tanto agli eccessi del free jazz quanto alle canonizzazioni dello swing e del Be Bop, seppe reinventare la lezione di Parker adattandolo al clarinetto, uno strumento altrimenti marginalizzato dal nascente Be Bop. Non fu molto diverso il destino dell'incompreso Scott, che pure seppe sempre mettersi in gioco aprendosi a collaborazioni e contaminazioni, influssi e sonorità orientali, precorrendo così la nascita del jazz modale e della world music. Per Io sono Tony Scott, girato di là e di qua dall'oceano, Franco Maresco ha raccolto oltre cento interviste a musicisti, studiosi, amici e parenti di Scott, lavorando sul montaggio per circa quattro anni e svolgendo un'opera di documentazione rigorosa e tentacolare, che ricorre a rari filmati amatoriali e materiali di repertorio, provenienti da archivi americani, europei e asiatici. Franco Maresco, jazzofilo sin dalla più tenera età, aveva già dato prova del suo amore per questo genere musicale realizzando in coppia con Daniele Ciprì svariati documentari e interviste ai grandi del jazz: da Noi e il Duca - Quando Duke Ellington suonò a Palermo a Steve Plays Duke (con il sassofonista Steve Lacy), passando per Tutti for Louis - Omaggio a Louis Armstrong, Miles Gloriosus - Tributo a Miles Davis e Countdown (un breve omaggio video a John Coltrane). Dopo il divorzio artistico con Ciprì l'interesse di Maresco a documentare altre vite e storie del jazz non è però venuto meno: oltre al magistrale documentario su Scott, il cineasta siciliano ha lavorato anche su un progetto - poi naufragato - sul musicista triestino Lelio Luttazzi, direttore d'orchestra e raffinato interprete swing. Di questo progetto e del suo video-omaggio all'amico drammaturgo Franco Scaldati (in anteprima a 1000(o)cchi) potrà raccontare lo stesso Franco Maresco, presente al festival martedì 17 settembre.
Il documentario racconta l'intensa parabola artistica di Tony Scott attraverso un affresco minuzioso del contesto storico e musicale in cui ha vissuto e operato. Il clarinettista di origini siciliane, al secolo Anthony Joseph Sciacca, nacque nell'ambiente del Be Bop e crebbe al fianco di giganti del calibro di Charlie Parker e Dizzy Gillespie, arrivando a condividere il palco anche con giganti come Ben Webster, Art Tatum, Lester Young e Bud Powell. Amico intimo, direttore musicale e arrangiatore di Billie Holiday, ostile tanto agli eccessi del free jazz quanto alle canonizzazioni dello swing e del Be Bop, seppe reinventare la lezione di Parker adattandolo al clarinetto, uno strumento altrimenti marginalizzato dal nascente Be Bop. Non fu molto diverso il destino dell'incompreso Scott, che pure seppe sempre mettersi in gioco aprendosi a collaborazioni e contaminazioni, influssi e sonorità orientali, precorrendo così la nascita del jazz modale e della world music. Per Io sono Tony Scott, girato di là e di qua dall'oceano, Franco Maresco ha raccolto oltre cento interviste a musicisti, studiosi, amici e parenti di Scott, lavorando sul montaggio per circa quattro anni e svolgendo un'opera di documentazione rigorosa e tentacolare, che ricorre a rari filmati amatoriali e materiali di repertorio, provenienti da archivi americani, europei e asiatici. Franco Maresco, jazzofilo sin dalla più tenera età, aveva già dato prova del suo amore per questo genere musicale realizzando in coppia con Daniele Ciprì svariati documentari e interviste ai grandi del jazz: da Noi e il Duca - Quando Duke Ellington suonò a Palermo a Steve Plays Duke (con il sassofonista Steve Lacy), passando per Tutti for Louis - Omaggio a Louis Armstrong, Miles Gloriosus - Tributo a Miles Davis e Countdown (un breve omaggio video a John Coltrane). Dopo il divorzio artistico con Ciprì l'interesse di Maresco a documentare altre vite e storie del jazz non è però venuto meno: oltre al magistrale documentario su Scott, il cineasta siciliano ha lavorato anche su un progetto - poi naufragato - sul musicista triestino Lelio Luttazzi, direttore d'orchestra e raffinato interprete swing. Di questo progetto e del suo video-omaggio all'amico drammaturgo Franco Scaldati (in anteprima a 1000(o)cchi) potrà raccontare lo stesso Franco Maresco, presente al festival martedì 17 settembre.
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