Il ginocchio di Artemide
Sceneggiatura - Screenwriters: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet, Cesare Pavese
Fotografia - Cinematography: Renato Berta, Jean-Paul Toraille, Marion Befve
Montaggio - Editing: Nicole Lubtchansky
Suono - Sound: Jean-Pierre Duret, Dimitri Haulet, Jean-Pierre Laforce
Musica - Music: Gustave Mahler, Heinrich Schutz
Interpreti - Cast: Dario Marconcini, Andrea Bacci
Produzione - Production: Straub-Huillet, Martine Marignac, Pierre Grise Productions Le Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains, Blandine Tourneux
Formato - Format: 35mm, col
Durata - Length: 26'
Origine - Origin: Italia/Francia 2008
Edizione italiana - Italian version
«Noi siamo convinti che gli amori di Artemide con Endimione non furono cosa carnale. Ciò beninteso non esclude - tutt'altro - che il meno energico dei due anelasse spargere sangue. Il carattere non dolce della dea vergine - signora delle belve, ed emersa nel mondo da una selva d'indescrivibili madri divine del mostruoso Mediterraneo - è noto. Altrettanto noto è che uno quando non dorme vorrebbe dormire e passa alla storia come l'eterno sognatore».
Cesare Pavese, Prolegomeni al dialogo La belva, in Dialoghi con Leucò, Einaudi, Torino 1947.
Insieme al fantasma appare Orfeo. La lontananza è luminosa e oscura insieme, il voltarsi di Orfeo è solo apparentemente nemesi di questa figura d'addio che è Artemide. Orfeo precede la donna della sua vita nel cammino verso il fuori, ma il suo non doversi voltare è troppo oltre la forza richiesta ad un semplice sguardo. Qui ed ora. La figura dell'amante che scende nell'Ade porta a galla tutto ciò che manca a quello sguardo per essere carne. Il ginocchio di Artemide ci mette davanti alla morte anche attraverso la presenza della carne. Afrodite è in Artemide. Dreyeriano Straub come non mai (la lezione finale di Ordet), ci chiede se mai sia possibile sacrificare la carne, anche quando in gioco è lo sguardo. Ma non è possibile (e basterebbe vedere alcune inquadrature dal suo film appena realizzato, Le Streghe, altro dialogo con Leucò - dèa protettrice dei naufraghi e perfida regina - per averne la certezza). La condanna è che resteremo svegli per sempre, al contrario della gelida profezia pavesiana. E pagheremo con la vita la memoria del desiderio.
"We are convinced that the love between Artemis and Endymion was not carnal. This of course does not rule out - quite the contrary, in fact- the possibility that the less forceful of the two longed to spill blood. The cruel disposition of the virgin goddess - mistress of beasts who emerged from the host of undescribable mother goddesses of the monstrous Mediterranean - is well-known. Equally well-known is that one of the two wants to sleep when he cannot sleep and goes down in history as the eternal dreamer."
- Cesare Pavese, Introduction to the dialogue "La belva" [The Beast], in Dialoghi con Leucò [Dialogues with Leucò], Torino, Einaudi, 1947.
Orpheus appears together with the ghost. The distance is both luminous and dark, and turning around is the only apparent bane of Orpheus, this figure of farewells who is Artemis. Orpheus precedes the woman of his life as they make their way out; but to resist turning around takes more strength than a simple glance. Here and now. The figure of love who descends to Hades brings to the surface everything which prevents that glance from being alive. Genou d'Artémide also places us in front of death through the presence of life. Aphrodite is in Artemis. Straub, more like Dreyer than ever (the final lesson of Ordet), asks us if it will ever be possible to sacrifice life, even if this only involves a mere glance. But it is not possible (and if you have any doubts, you need only watch a few scenes from Straub's recently completed film, Le Streghe [The Witches], also from Dialoghi con Leucò [Dialogues with Leucò] - patron goddess of shipwrecks and perfidious queens). Our punishment is to remain forever awake, contrary to the cold prophesy of Pavese. And we will pay for the memory of desire with our lives.
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