Siodmak Robert

(Dresda, 8 agosto 1900 - Locarno, 10 marzo 1973)
Di origini ebreo-polacche, lavora come assistente e montatore negli anni '20, per esordire poi nel 1929 con Menschen am Sonntag, film ai limiti dell'autoproduzione realizzato grazie al contributo di un pugno di amici, fra cui il fratello Curt, ma anche Billy Wilder, Edgar G. Ulmer e Fred Zinnemann. Questo piccolo racconto di vita quotidiana, così lontano dal cinema tedesco dell'epoca, segnala da subito Siodmak come uno fra i più interessanti giovani dell'epoca, tanto che all'avvento del nazismo il regista trova lavoro prima in Francia e poi a Hollywood. Qui si specializza soprattutto in una serie di noir e thriller d'alta classe, fra cui Phantom Lady (La donna fantasma, 1944), The Spiral Staircase (La scala a chiocciola, 1945), The Killers (I gangsters, 1946, da Hemingway) e The Dark Mirror (Lo specchio scuro, 1946). Tutti titoli fondanti e imitatissimi, che portano alle estreme conseguenze quella fusione fra realismo ed espressionismo che attraversa tutta l'opera di Siodmak. Dopo un classico dell'avventura per ragazzi, The Crimson Pirate (Il corsaro dell'isola verde, 1952), Siodmak torna però in Europa, lavorando soprattutto in RFT, dove realizza opere di denuncia come Die Ratten (I topi, 1955, premiato al Festival di Berlino) e Nachts, wenn der Teufel kam (Ordine segreto del III reich, 1957), ma affronta anche il nazismo in chiave dolentemente satirica con Mein Schulfreund (Nella morsa delle SS, 1960). Conclude infine la carriera con un pugno di western (Custer eroe del West, 1967) e pseudo-storici (La calata dei barbari, 1968).

 

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