PERCORSI E SEZIONI DEL FESTIVAL
UN GIORNO E UNA NOTTE CON JEAN CLAUDE ROUSSEAU
L'avventura: ecco la parola d'ordine con cui immergersi nel programma, da mattina sino a notte, addirittura tra il primo e il secondo giorno seguendo un flusso notturno visto che uno dei partner del festival, Fuori orario, prolungherà nella notte televisiva di RAI3 l'omaggio al regista Jean-Claude Rousseau, che preinaugura il festival nel pomeriggio con l'anteprima mondiale del suo ultimo film.
Allegato a questa pagina, potete scaricare un intervento di Cyril neyrat su Rousseau, in lingua originale.
Nell'anno del cento cinquantenario italiano, “I mille occhi” proseguono l’indagine degli Stati Generali del Cinema Italiano, disvelando la sua molteplicità infinita presentando anche una rassegna di film degli anni 45/48 di sorprendente vitalità. È uno dei percorsi che toccheranno anche, con spregiudicatezza, serietà e piacere insieme, temi come la presenza ebraica, con l'epilogo di alcuni film rivelatori su Israele, dalla cinica mitografia fondativa di Coletti all'amica ferocia di Straub-Huillet (ispirata a Fortini e a Kafka e Buber).
TRA CRISI LAVORO E DESIDERIO
È un'avventura anche il gesto da Davide contro Golia con cui il festival rovescia come un guanto il pensiero dominante sull'irreversibilità della crisi economica nella rassegna che s'intitola Standard & Poor, come l'agenzia di rating globale. Vi saranno compresi bellissimi film italiani di Rossellini, Olmi, Comencini ed altri, capaci di scoprire ciò che non è ovvio nelle durezze del sociale. Con felici oscillazioni estremistiche, da Gobetti e Fortini (“Scioperi a Torino”) a Jacopetti (“Operazione ricchezza”).
Sarà un viaggio dello spirito quello che guiderà il pubblico nella sezione “Giullari di Dio”, dedicata ad opere di una religiosità talvolta irriverente quanto intensa e spregiudicata. Con una viva attenzione al cinema italiano, tra Rossellini, Comencini ed Olmi, ma anche degli ospiti importanti presenti al Festival, quale il ritorno della Liliana Cavani già presente la scorsa edizione, Pasquale Squitieri ed altri in via di conferma. Alcuni titoli:
dai “Franceschi” di Rossellini e Cavani a “Io e Dio” di Squitieri a “Cercasi Gesù” con Beppe Grillo a “Joan Lui” con Celentano a “Centochiodi” con Raz Degan, a “Immortalità - Camilo Torres, un prete guerrigliero” di Paolo Breccia.
Verranno così riunite opere diverse che si sono sottratte ai giochi della società dello spettacolo, ricorrendo una purezza di visione eccessiva e trasgressiva.
E' un'avventura quella che il festival coglie nell'impulso collezionistico, presentando un poker di rari film italiani d'avventura provenienti da una collezione ritrovata in Germania.
Ma la Germania è anche il luogo in cui il festival ambienta una parte del suo programma: la rassegna di film rari corealizzata con il Goethe-Institut, e i film di Klaus Wildenhahn, premio Anno uno 2011, di cui si vedranno opere di meravigliosa ferocia, come “Reise nach Ostende”, il suo ritorno sui luoghi della prima guerra mondiale, che il festival allaccerà a un rilancio della misconosciuta collezione Henriquez di Trieste. Perché anche a casa ci sono molti viaggi da intraprendere.
L’evento inaugurale: per la prima
volta sarà proiettato il capolavoro del maggior regista sloveno, Matjaž Klopčič,”Triptih Agate Schwarzkobler”, nelle condizioni in cui il regista
avrebbe voluto vederlo proiettato, in una copia 35mm che farà cogliere il
fascino di una storia attraversata da ipnotiche e desiderate presenze
femminili. L'attrice protagonista, la splendida Nataša Barbara Gračner, sarà alla serata inaugurale insieme alla
vedova e alla figlia del regista, in un evento coprodotto con
Nel vortice dei riferimenti e
dell’introspezione, da citare il richiamo di Klopcic alla letteratura, ossia il
riferimento a Ivo Andric ed il suo rapporto con il cinema. Andric, che viene
seguito come “corriere diplomatico del cinema” dai territori balcanici, come
dai Balcani giunge il lavoro sul corpo e
sull’immagine della videoartista croata Jagoda Kaloper, perturbante e
affascinante al tempo stesso, riflessione teorica e pratica della immagine di
sé, delle apparizioni dell’atrice nei film della sua carriera proiettati su
superfici diverse e ripresi ancora una volta dalla macchina da presa, in un
turbine che ricorda
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