Matarazzo Raffaello

(Roma, 17 agosto 1909 - 17 maggio 1966)
Critico precoce, dopo un breve apprendistato come assistente e documentarista, Matarazzo debutta a 24 anni nella regia con Treno popolare (1933), originalissimo tentativo di proporre un cinema realistico e crepuscolare girato tutto in esterni. L’esperimento tuttavia non riscuote il consenso del pubblico, e il regista negli anni successivi si adatta più modestamente a dirigere commedie costruite intorno ad attori del momento, realizzando comunque nei primi anni Quaranta almeno un paio di piccoli capolavori, Giù il sipario (1940) e Giorno di nozze (1942). Trascorre gli anni più drammatici della guerra in Spagna, dove continua la sua attività di regista e commediografo, e al ritorno in patria trova la sua strada nel melodramma, inaugurando con Catene (1949) una fortunata serie amatissima dal pubblico. Il suo ultimo film, come il primo, è invece una sfortunata scommessa personale, Amore mio (1964). Personaggio problematico e controverso, disprezzato dalla critica ma riabilitato anni dopo dai cinefili, Matarazzo muore di paura nel 1966.


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