2013

La Furia Umana

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E' in uscita il primo numero cartaceo della rivista la furia umana!!

Di seguito riportiamo l'indice del numero 1! Per info www.lafuriaumana.it

Segnaliamo particolarmente il bel testo di Paul Vecchiali su Zurlini, che fa seguito alla sua presenza al nostro festival per presentare "La prima notte di quiete" e "Cronaca familiare"

 

 

 

I 1000 (o)cchi 2013

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Una sconvolgente Sylva Koscina sarà l'icona della XII edizione del festival, al Cinema Ariston di Trieste dal 13 settembre 2013. Prossimamente le prime informazioni sul programma in ebollizione, che si prospetta più che mai intenso.

 

 

 

 

 

 

 

Zurlini celebrato al Filmmuseum

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I Mille Occhi sono lieti che  l'omaggio triestino a Zurlini stia avendo dei seguiti tra cui Bologna e Vienna. Il Filmmuseum austriaco, in collaborazione con l'Istituto italiano di cultura a Vienna e Cinecittà luce celebra in parallelo l'intera produzione artistica di due autori del cinema italiano tra dopoguerra e boom economico: Valerio Zurlini e Antonio Pietrangeli. La retrospettiva viennese a loro dedicata si terrà dal 10 gennaio al 3 febbraio.

http://www.filmmuseum.at/

Rassegna Fava

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Continua l'omaggio a Giuseppe Fava con la rassegna a Roma e Torino e la notte di Fuori Orario:

Prima che vi uccidano. La televisione di Giuseppe Fava

Venerdì 25 gennaio Fuori orario RAI TRE dall'1.50 alle 7.10

Roma - Cinema Trevi- 24-25 gennaio

info su http://www.fondazionecsc.it

Torino - Cinema Massimo - 28 gennaio - http://museodelcinema.it

 

Per una riflessione sul futuro dei festival

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Si è conclusa a Trieste la XXIV edizione del maggiore dei festival che si svolgono a Trieste, il Trieste Film Festival realizzato da Alpe Adria Cinema, ultimo e insieme primo dei festival nel calendario annuale degli eventi cinematografici che fanno riferimento alla Casa del Cinema di Trieste. Segnaliamo a riguardo la corrispondenza conclusiva su Il manifesto del 25 gennaio u.s., inviata in veste di giornalista dal direttore di I mille occhi, in quanto essa cerca di toccare i punti problematici dell'universo dei festival del cinema, non solo a Trieste. Temi come quello del rapporto tra cinema del passato e del presente nell'offerta al pubblico di oggi, o quello dei formati originali delle opere come parte costitutiva dell'evento fisico (e non virtuale) che è un festival, ci sembrano tali da dover essere affrontati, senza rivendicazioni di parte (dato che I mille occhi s'incentrano particolarmente su queste opzioni, insieme a quella del rapporto tra cinema e arti), essendo appunto un tema connaturato alla forma festival e dunque auspicabilmente condivisibile.

 

Da un osservatorio imparziale

 

I mille occhi non hanno mai avuto l'onore di un finanziamento ministeriale nonostante siano riconosciuti per il loro valore internazionale da istanze ben più competenti e di livello superiore (come testimoniano le attenzioni che abbiamo ricevuto da "Sight and Sound", "Senses of Cinema", dal libro "On Film Festivals" di Richard Porton, ecc.): e se qualcuno si metterà finalmente ad aprire le istituzioni come scatole di sardine, non avrà difficoltà a rinvenire nei verdetti delle commissioni che ci negarono il riconoscimento degli autentici falsi. Perciò, da non beneficiari sin qui del FUS, siamo osservatori imparziali per poter ospitare, nella sua giusta durezza, l'editoriale di Gianfranco Capitta alla prima pagina di "Il manifesto" dell'8 febbraio u.s. Lo divulghiamo a distanza di qualche giorno perché non ci sembra che il problema abbia sin qui avuto la giusta attenzione. Forse un po' tutti, benché in clima elettorale, pensano che la cultura non porti abbastanza voti da essere messa tra le priorità. Probabilmente è un'ennesima sottovalutazione.     

 

http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130208/manip2pg/01/manip2pz/335643/

L'avventura (infinita) della collezione

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Divulghiamo il comunicato della Cineteca del Friuli su questa importante acquisizione cui abbiamo contribuito e su cui saremo lieti di dedicare un tassello nel programma del nostro festival. In passato avevamo già dato evidenza ad altre collezioni che alla Cineteca riscoprivano film italiani rari: non, come banalmente si usa dire, "chicche" o "cult" ma opere segretamente rivelatrici di quella che è stata la vera grandezza del cinema italiano. I collezionisti, indipendentemente dalla maggior determinatezza nelle loro scelte o dalla casualità delle loro raccolte, hanno avuto meriti talvolta superiori a quelli di studiosi e cineteche. Oggi certi film si possono vedere solo perché le passioni private dei collezionisti li hanno salvati. Il mondo del collezionismo sarà un permanente ospite d'onore del nostro festival.

 

Per chi votano I mille occhi?

Non è naturalmente una dichiarazione di voto, non solo perché statutariamente a un'associazione apartitica essa non sarebbe consentita, ma prima di tutto perché siamo da sempre convinti che chi fa cultura (cinematografica e non soltanto) deve far emergere dal campo che gli compete il massimo di informazioni e conoscenze, tali da consentire al proprio pubblico di fare scelte più informate e consapevoli di come le avrebbe fatte in assenza della nostra attività. Come ben si vede, non è un'ambizione da poco, ma riteniamo sia un'impresa necessaria, tantopiù per chi si occupa di cinema. Il cinema è infatti, tra tutte le arti, la più legata al rapporto con la realtà. E non è un caso che il cinema italiano sia stato, al di là dei diversi poteri politici dominanti, non solo un testimone ma un interprete, più lungimirante e acuto della politica, nel rapporto con il nostro vivere da cittadini, il nostro far parte di una dimensione sociale. Questa capacità, dagli anni '30 all'inizio degli anni '80, quindi in epoche con poteri di riferimento diversi, il cinema italiano ha saputo averla. Negli anni più recenti essa è ancora presente ma nelle eccezioni, nei film e negli autori più estranei alle regole, non fa più parte del tessuto stesso (variegato e contraddittorio quale fu) dell'insieme del cinema italiano, come appunto avveniva negli anni precedenti. Basti ricordare che nei primi anni del secondo

Ai fabbri di tutti i paesi del cinema

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Apprendiamo con piacere la notizia che a Trieste si apre un nuovo spazio di proiezione, al Teatro dei Fabbri, gestito da Isidoro Brizzi, nostro partner come gestore del Cinema Ariston. Nelle intenzioni di Brizzi vuole essere un'opportunità per il miglior cinema che non arriva, o arriva insufficientemente, al suo potenziale pubblico. Riproduciamo l'articolo su Il Piccolo del 29 marzo.
La novità ci fa piacere perché nella città dei Mille occhi e dai molti festival la molteplicità di iniziative purtroppo non basta affinché quelle davvero indispensabili trovino gli spazi e i mezzi necessari. A quando il giusto ascolto di chi si occupa di politiche culturali?    

Taylor Mead, icona underground

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La nostra amica e collaboratrice Jackie Raynal, che lo conobbe e lo intervistò, c'informa della morte di Taylor Mead, icona del cinema di Warhol, e pertanto della prima Cappella Underground triestina, inaugurata con "The Nude Restaurant" in cui Mead agisce come uno splendido Stan Laurel in versione gay. Pubblichiamo il bel ricordo di un altro amico del festival, Rinaldo Censi, su "Il manifesto" dell'11 maggio 2013.

 

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